
Piero
Lotito
Non chiedono soldi, ma sicurezza. I dipendenti dell’Atm che ieri hanno scioperato invocando la possibilità di fare il loro lavoro senza subire minacce, aggressioni e insulti hanno tutte le ragioni del mondo. Guidare un autobus sapendo di avere alle spalle fra tante persone tranquille anche un ubriaco o un paio di puri delinquenti è realtà consolidatata. Così per gli agenti di stazione, che nei meandri della metropolitana vengono presi a morsi e a calci da sbandati e provocatori. Una protesta, quella degli addetti Atm, che mira a ottenere maggiore sicurezza anche per i viaggiatori, oggi che tutta la città, assimilabile a un’immensa carrozza immobile, è anch’essa esposta a una serie infinita di episodi di violenza e intolleranza. I guidatoriviaggiatori (ciascuno di noi) sono consapevoli che alle loro spalle può sopraggiungere in qualsiasi ora e in qualsiasi circostanza uno spostato o un balordo con intenzioni tutt’altro che pacifiche. "Non si vede nessuno". Con questa efficace sintesi è capitato un po’ a tutti di esprimere almeno una volta lo sgomento di sentirsi insicuri senza che all’orizzonte compaia un qualunque tutore dell’ordine, una "divisa". All’aperto, passano automobili di polizia di stato e locale, carabinieri, guardia di finanza. Vanno altrove, non si sa dove. Nei sotterranei siamo sì osservati dagli occhi delle telecamere, ma non è la stessa cosa del vedersi protetti dallo sguardo vivo dei citati tutori. Negli autobus e nei tram, poi, avvertiamo la solitudine dell’autista, ingabbiato al suo posto, responsabile della nostra mobilità e indifeso senza scampo nel ruolo e nella persona. La tecnologia lo ha privato d’un compagno di lavoro, il bigliettaio, che era il vero guardiano della carrozza, la persona che aveva sott’occhio i comportamenti dei viaggiatori ed era in grado di intervenire o chiedere soccorsi. La sua figura è stata soppressa dalle "macchinette", così come quella del benzinaio e di mille altre categorie professionali sono state annullate dal bisogno di risparmiare sul costo dell’impresa. A scapito del contatto tra le persone, dunque della sicurezza. Ma uno sciopero non fa tornare indietro il tempo: lo ferma per una giornata.