
Il viaggio del Frecciarossa da Torino a Padova si è trasformato in un’Odissea
di Marianna Vazzana
"Chiusi nelle carrozze senza aria condizionata. Le persone più fragili manifestavano disagi dovuti a claustrofobia, ansia, cardiopatie e non solo. Il tempo passava, nel frattempo gli scarichi dei bagni erano bloccati, l’acqua da bere era finita, il treno diventava sempre più una fornace e in ogni vagone c’erano almeno due persone che si sentivano male. Dopo quasi 5 ore c’era chi cercava di spaccare i finestrini, chi di forzare le porte, chi urlava e inveiva per il panico, chi sveniva, chi piangeva, chi correva. Alla fine il treno ha accumulato quasi 400 minuti di ritardo". A scrivere al Giorno è la signora Paola Meggiorin: racconta il suo viaggio "da dimenticare" dello scorso 10 agosto, "nel treno FrecciaRossa 9743 partito da Torino Porta Susa alle 15.18 e previsto in arrivo (nel mio caso) a Padova per le 18.14. Tra le stazioni di Milano Porta Garibaldi e Milano Centrale, poco dopo le 16, il treno si è fermato per un guasto alla linea elettrica".
Parte la narrazione, che pare quella di un girone dantesco, con un supplizio toccato a 130 viaggiatori. Tra le stazioni di Garibaldi e Centrale "abbiamo pazientato per circa due ore, finché abbiamo ottenuto che le porte del lato ‘interno’ venissero aperte. Poi il capotreno ha dato l’ordine che fossero richiuse per permettere a un locomotore di trainarci a Milano Centrale". Il racconto continua: "Ci sono stati 50 minuti di inferno, eravamo chiusi in un treno lungo 11 vagoni, da quasi 5 ore, sigillati come sardine con una temperatura rovente". La donna descrive il clima di esasperazione, "inoltre ci siamo trovati costretti a togliere le mascherine per non morire soffocati, in totale promiscuità. Le soluzioni c’erano: essendo bloccati tutti i binari di quel tratto, ed essendo così vicina la stazione, vi era il modo di portare acqua fresca oppure di inviare qualche medico o volontario. E’ stata una vergogna. Il mio è un attacco ai vertici: lo staff interno ha fatto il possibile". Dall'Ufficio Stampa FS rispondono: "Ci scusiamo con la signora Meggiorin e tutti i viaggiatori del FR 9743 del 10 agosto. Il treno è rimasto coinvolto in una serie di guasti alla linea elettrica nel nodo di Milano. Purtroppo la complessità dell’intervento e le necessarie riparazioni ha comportato il forte ritardo (il treno è arrivato a Venezia alle 00.28, con 346 minuti di ritardo). La mancanza di corrente ha impedito anche il funzionamento della climatizzazione. Per motivi di sicurezza, con il treno fermo in linea, non era pensabile fare altrimenti. Il personale di bordo ha prestato tutta l’assistenza possibile".