MAURIZIO
Cronaca

Da piazza Salgari a piazzale Libia, tra poesia e il clochard filosofo

Cucchi Da viale Umbria mi incammino per raggiungere un amico, che mi aspetta non lontano. È Marco Vitale, poeta e...

Cucchi Da viale Umbria mi incammino per raggiungere un amico, che mi aspetta non lontano. È Marco Vitale, poeta e...

Cucchi Da viale Umbria mi incammino per raggiungere un amico, che mi aspetta non lontano. È Marco Vitale, poeta e...

Cucchi

Da viale Umbria mi incammino per raggiungere un amico, che mi aspetta non lontano. È Marco Vitale, poeta e recente autore di un bel libro “La strada di Morandi“ (Passigli). Abita in zona da quasi vent’anni e me ne illustra attento alcuni caratteri, partendo dalla sua via, Tito Livio, di cui subito mi dice: "Finisce nella rotonda alberata di piazza Salgari (gli speaker dell’Atm, alla fermata del 16, mettono l’accento sulla seconda “a“), conserva una sua aria tranquilla, un po’ dimessa e smemorata, che invita a camminare". Muovendoci lungo la via possiamo dare utili occhiate esplorative nei dintorni. In una traversa c’è il Teatro Oscar, una piccola sala dove fanno spettacoli interessanti. "Ogni tanto ci vado - mi dice Marco - Da ultimo, nella Settimana Santa, hanno proposto le bellissime meditazioni di Mario Luzi sulla Via Crucis, lette da Sandro Lombardi, l’attore per cui Luzi le aveva scritte nel ’99. Ma in quell’occasione l’incontro è stato in realtà spostato per ragioni di spazio nella vicina chiesa degli Angeli Custodi, a Porta Romana, una costruzione sobria, di una bellezza essenziale".

Ma la zona offre vari tipi di soluzioni che attraggono chiunque abbia un poco di curiosità. Per esempio non è lontana la Cascina Cuccagna, una costruzione che risale al XVII secolo ed è stata sobriamente restaurata. Qui Milano era campagna ancora all’inizio del ‘900 e neppure Chiaravalle è molto lontana. Il mio amico ricorda poi una figura importante della nostra poesia, un autore che ci ha lasciato due anni fa, Giampiero Neri: "Io vado a prendere il giornale all’edicola di piazzale Libia, luogo dov’è inevitabile il ricordo di Neri. Seduto a una panchina di fronte all’edicola c’è sempre un senzatetto intento a leggere il giornale. Giampiero lo incontrava ogni giorno e lo invitava al bar. Lo considerava quasi come un filosofo e ne ha parlato in alcune sue poesie". E qui ci ripromettiamo di ritrovarci presto proprio davanti all’edicola di quella grande piazza.