
di Giovanni Chiodini
Dopo un sol giorno di lezione (quello di giovedi), ieri gli studenti dell’Istituto superiore Inveruno (che raggruppa le scuole Marcora e Lombardini) sono rimasti nuovamente sul piazzale esterno inanellando il quarto giorno di sciopero in una settimana. "Giovedì siamo entrati in classe sulla fiducia, sperando che le decisioni assunte dal Consiglio d’istituto fossero favorevoli alle nostre richieste – affermano gli studenti – Invece nel corso della giornata è uscita la nuova circolare del preside che, nei fatti, non modifica nulla. Anzi aggrava la situazione specificando che durante l’intervallo “è possibile accedere ai servizi igienici solo in caso di impellente necessità“. Chi la certifica l’impellente necessità? Se uno ha bisogno va in bagno, punto e basta, che sia durante l’intervallo o in qualsiasi altro momento della giornata".
L’agitazione è iniziata lunedì con il primo sciopero per chiedere di inserire nuovamente l’intervallo nell’orario di lezione giornaliero (intervallo soppresso dall’inizio dell’anno scolastico come misura anti-Covid, per evitare assembramenti) e di rivedere la formulazione dell’orario in modo che tutti gli studenti potessero usufruire dei mezzi pubblici per tornare a casa senza attendere ore sotto le pensiline. Un problema che si acuisce soprattutto nel periodo invernale, con le nebbie e il freddo. Lo stesso giorno il preside rimetteva in vigore l’intervallo ma questo non bastava per addolcire le posizioni degli studenti. Dopo la riunione del Consiglio di istituto l’intervallo, al Marcora, è stato rimodulato in fasce orarie differenti a seconda dei giorni e dei piani dove sono alloggiate le aule. Alla Lombardini, con un minor numero di studenti e classi, l’orario è invece uguale per tutti. Due intervalli di 10 minuti l’uno, regolati dall’insegnante che sta svolgendo la lezione. Il tema del confronto più marcato resta però sempre quello dell’orario di lezione. Con l’ultima circolare il preside Antonio Zito ha definito le prime tre ore di lezione da 60 minuti, le altre quattro o cinque da 50 minuti, in modo da non richiamare gli studenti al sabato per completare il monte ore ministeriale.
"Noi chiediamo invece, come avviene in altre scuole superiori, solo ore da 50 minuti. Questo ci permetterebbe di tornare a casa in un orario decente per mangiare e poi dedicarci allo studio pomeridiano". Su questa questione il sindaco Sara Bettinelli si è offerta di mediare con le parti in causa. Ieri pomeriggio c’è stato un incontro con studenti e preside in municipio. Dall’esito dipenderà anche la decisione se tornare in classe lunedì oppure proseguire con l’agitazione.