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Gli invisibili del cancro "Povertà, debiti e solitudine Aiutiamo i malati oncologici a non lasciarsi morire"

Viaggio nello spazio assistenza Lilt: in un anno sussidi per 447 milanesi. Disagio in aumento . Operatori in visita in baracche e roulotte. Soccorso anche un cinese “schiavo“ in un capannone.

Gli invisibili del cancro "Povertà, debiti e solitudine Aiutiamo i malati oncologici a non lasciarsi morire"

di Andrea Gianni

Un malato di tumore viveva in una casa senza acqua, luce e riscaldamento, con i vetri rotti che d’inverno lasciano entrare il gelo. Altri pazienti avevano trovato riparo in roulotte o baracche sorte negli spazi vuoti fra i palazzi delle periferie milanesi. Un uomo, nella povertà e nella solitudine più estrema, per mesi si è nutrito solo di patatine. Un cinese per cinque anni ha vissuto nel capannone dove lavorava, senza imparare una parola di italiano, fino a quando la malattia ha fatto venire alla luce il suo disagio. Nello spazio assistenza Lilt Milano Monza Brianza in via Venezian, zona Città Studi, si accumulano casi di pazienti oncologici in povertà assoluta, che chiedono un sussidio necessario per sopravvivere. La malattia, per alcuni di loro, si è tradotta nella perdita della casa o del lavoro. Altri hanno accumulato debiti, cadendo in una spirale dalla quale è difficile risollevarsi.

"Sono come fantasmi che vengono alla luce con la malattia – spiega Paolo Andreotti, uno degli assistenti sociali Lilt – e senza un aiuto si lascerebbero morire. Ci vengono segnalati dagli ospedali, da associazioni o da altri canali, alcuni arrivano tramite il passaparola". E i numeri sono aumentati durante la pandemia. L’anno scorso hanno ricevuto assistenza economica 447 malati oncologici, per un totale di 1.705 sussidi mensili erogati a favore di pazienti adulti e 356 sussidi mensili a favore di pazienti pediatrici. A questo si aggiungono 68 sussidi una tantum, 52 contributi per “migranti sanitari“, arrivati a Milano da altre regioni o dall’estero per farsi curare. Sono stati consegnati, inoltre, 1550 pacchi alimentari. In prima linea due assistenti sociali e uno psicologo, per fare fronte alla mole di richieste di assistenza. "La maggior parte dei pazienti aiutati sono italiani – spiega Simonetta Sborea, responsabile Settore Assistenza – e durante la pandemia gli accessi sono aumentati perché, soprattutto nei Comuni più piccoli, servizi sono stati chiusi o ridimensionati, i fondi sono stati tagliati. Noi effettuiamo anche visite domiciliari per verificare le situazioni segnalate, esaminiamo i documenti per modulare il contributo, che nel caso di pazienti pediatrici è più alto". I sussidi servono per fare la spesa, per pagare l’affitto e le bollette, per acquistare beni di prima necessità. "A volte mancano anche i soldi per pagare il medico di base per attivare la pratica per l’invalidità civile – aggiunge Andreotti – che costa dagli 80 ai 200 euro. Interveniamo perché c’è una carenza di assistenza, perché quando una persona già in situazioni di disagio economico o psicologico si ammala rischia di lasciarsi andare completamente".

I costi, per un malato di tumore, non si limitano infatti alle cure da sostenere, in un sistema sanitario sempre più rivolto verso il privato. Uno studio condotto dal professor Lucio Fortunato, luminare della senologia, ha stimato una media di 4.000 euro all’anno fra spese dirette e indirette, sanitarie e complementari, per una donna affetta da tumore al seno. Il 25% delle pazienti monitorate ha riportato una diminuzione del reddito mensile superiore al 10%. "La tossicità economica in seguito alla diagnosi di neoplasia della

mammella – ha spiegato Fortunato durante l’iniziativa “Women for Women against Violence“ – è una pesante e dura realtà che si aggiunge alla diagnosi, e che rischia di mettere in seria difficoltà una donna ogni sette". A questo si interseca il problema dell’oblio oncologico che coinvolge più di 900mila persone in Italia guarite da un tumore che hanno difficoltà nell’accesso ad alcuni servizi, come la richiesta di mutui e prestiti, la stipulazione di assicurazioni e l’adozione di figli.