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Sala accende il dibattito sul pavè: "Stupido tenerlo in via Torino" - SONDAGGIO

Numerose le reazioni alla proposta di togliere il pavè in via Torino. SONDAGGIO: Togliere il pavé in via Torino, siete d'accordo? di GAMBATTISTA ANASTASIO

Il mitico pavè in via Torino (Newpress)

Milano, 15 gennaio 2016 - Solo domani Giuseppe Sala, candidato alle primarie del centrosinistra, presenterà quel programma che già ieri ha definito «il sogno Milano». In attesa della riprova della dimensione onirica dei suoi obiettivi, a tener banco, ieri, è stata una sua proposta del tutto terra-terra. E il senso, stavolta, è letterale e per nulla spregiativo: «Che in via Torino debba rimanere il pavè per me è una stupidata – così ha scandito il commissario Expo mercoledì sera nel corso di un incontro elettorale al Museo della Scienza e della Tecnologia –. Quel tipo di pavimentazione è da sostituire in una via commerciale in cui se vai in bici finisci per andare sul marciapiede dando fastidio ai pedoni. Ci vuole anche un po’ di coraggio. Milano va bene per le bici perché è piccola e in piano, ma bisogna fare di più». Dibattito non nuovissimo, quello del pavè. Ma sempre pronto ad accendersi. Basti pensare al seguito di parole riscosso dalla scelta della Giunta Pisapia di rimuoverlo da piazzale Baracca. E ieri il copione si è ripetuto. Il primo a rilanciare la proposta di Sala è stato l’assessore comunale alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, che di Sala è sostenitore: «Il pavè andrà pur bene in alcune zone pedonali e storiche della città, ma su vie complesse, come ad esempio via Torino, è un autentico nemico in particolare dei ciclisti. Se vogliamo una città dove si possa pedalare e camminare bene forse qualche tabù va rotto. E voi – chiede l’assessore sul suo profilo Facebook – che ne pensate? Si può lavorare per togliere il pavè in alcuni assi importanti? In questi anni – ricorda non a caso Maran – l’operazione più importante è stata eliminarlo in piazzale Baracca».

Un post che mobilita gli internauti: 338 commenti fino alle 21 di ieri, equamente divisi tra favorevoli e contrari. I primi rivendicano soprattutto le ragioni dei ciclisti, ma non manca qualche signora che ne fa una questione di tacchi. I secondi, i contrari, ritengono invece che il pavè sia storia e simbolo di Milano. Commenti anche a Palazzo Marino. «Sul pavè è meglio decidano i tecnici, gli esperti, non i candidati sindaco» taglia corto Pierfrancesco Majorino, assessore comunale al Welfare e sfidante di Sala alle primarie. «Togliere un bel po’ di pavé a Milano mi sembra un’idea ammiccante per ciclisti e in generale per la mobilità – commenta Luca Gibillini, consigliere comunale di Sel e sostenitore della Balzani –. Mi spiace che Carmela Rozza e Maran non ci abbiano lavorato prima nonostante le sollecitazioni, ma oggi con Sala ne facciano programma. Ecco, però, più che toglierlo, a me piacerebbe vederlo sistemato, livellato. In alcune zone é stato fatto ed è più bello, più milanese, più sicuro di tutte le colate di asfalto». «Quello del pavè in via Torino è un argomento sterile, visto che chi amministra dovrebbe sapere che è vincolato dalla Sovrintendenza e quindi non si può rimuovere se non c’è la sua autorizzazione» attacca Riccardo De Corato, consigliere comunale di Fratelli d’Italia.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net