MAURIZIO CUCCHI
Cronaca

Giro al Castello E la vista rincuora in tempi cupi

Maurizio

Cucchi

Un gran bel viaggetto! Da via Minghetti eccomi di fronte alla porta del Castello, quella di Santo Spirito, dove subito mi appare l’indicazione della mirabile “Pietá Rondanini” di Michelangelo. Entro, e la vista dell’immenso spazio interno è già capace di tirarmi su il morale, in questi tempi di depressione generale. Pochi transitanti attorno a me e, sulle panchine, alcuni giovani che conferiscono all’insieme un’atmosfera di vitalità più o meno natalizia e soprattutto di ampio respiro. Appare persino una vedovella alla quale mi accosto per un sorso. La mia passeggiata non vuole essere turistica, ma solo di quieto ristoro in un ambiente che mi riporta a un passato remoto, ma che comunica sempre più i valori di una civiltà volta al bello e alla nobiltà delle cose, in opere dell’ingegno ma anche dell’abilità dei piccoli anonimi operai che ne permisero, con il loro umile lavoro quotidiano, la realizzazione. Decido di passare ancora qualche momento di sano relax, di indugiare tranquillo tra il verde, le panchine e la visione dall’interno del Castello, prima di uscirne verso piazza Cairoli. E anche qui la vista è gratificante, perché subito, mentre il sole va calando, mi illumina il chiarore della fontana di fronte a me. Do allora un saluto al Castello che si erge ormai alle mie spalle con la torre del Filarete, ricostruita da Luca Beltrami a inizio Novecento. Saluto Umberto I a cavallo nel suo bassorilievo in marmo di Candoglia, opera di Luigi Secchi, e proseguo, incerto se fermarmi al baracchino di cibarie e bibite lì sulla destra o proseguire. Vedo poi l’installazione strana di un albero natalizio fitto di pacchetti sovrapposti e sul lato sinistro le vetrine dei cioccolati Lindt, di cui pure vorrei dolcemente munirmi, e, per fortuna, vedo che sono attive alcune bancarelle di libri, che qui sempre ho frequentato. A questo punto, fiero del mio giretto, salgo un taxi anche per dare il mio modesto contributo a questo pubblico servizio oggi in difficoltà.