
Giovanni Soldini, nato a Milano nel 1966
MILANO – “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”, scrisse Seneca. Giovanni Soldini, classe ’66, lupo di mare nato a Milano, la sua rotta l’ha sempre avuta ben chiara: l’avventura. E torna oggi nella sua città alle 18.30 nella sede dell’Associazione Marinai d’Italia, con vista sulla Darsena. L’esploratore coglie l’occasione per presentare il suo “Oltre i limiti. Dieci anni in oceano con Maserati“. Un racconto dell’ultima decade trascorsa solcando i mari al timone del suo trimarano volante. Navigatore oceanico e pioniere nello sviluppo di tecnologie, oltre trent’anni di regate alle spalle, due giri del mondo in solitario, con Maserati Multi60 ha bruciato record su record: sulla Rotta dell’Oro da New York a San Francisco, sulla Rotta del Tè Hong Kong-Londra, sulla Manica e la Fastnet. Nel 2022 Soldini, l’ennesima virata in mare aperto, sulla scìa dell’evoluzione tecnologica “green”: il Multi70 è diventato il primo trimarano da corsa elettrificato e Giovanni ha compiuto un altro giro del mondo, con un occhio alla performance e l’altro alla raccolta di dati utili alla comunità scientifica.
Gli incontri che l’hanno colpita nel suo giro del mondo?
“Uno, tra i tanti, la metafora di un docente universitario incontrato a Lanzarote che mi disse: “Noi umani siamo come la rana in una pentola con l’acqua sempre più calda. Man mano ci adeguiamo alle temperature in salita, ma rischiamo di finire bolliti“. Perché noi umani ci adattiamo a tutto, ma la Natura è sempre la più forte”.
Una visione che l’ha toccata, solcando gli oceani?
“Tra le tante, una immensa matassa di reti e cime abbandonate nell’oceano. Talmente grande che abbiamo avuto problemi a superarla indenni con la barca. Uno dei tanti segnali chiari dei rischi che stiamo correndo con inquinamento e cambiamento climatico”.
Lei ha quattro figli. È più ottimista o pessimista sul futuro del mondo che stiamo lasciando loro?
“Ottimista. Devo esserlo. Perché credo nella scienza, e la scienza ci darà le risposte. Ci sono già esperti che ora stanno ragionando sulle migliori idee per risolvere questi enormi problemi. Dobbiamo solo ascoltarli - ma a tutti i livelli - e poi scegliere. Questa è l’unica guerra che l’umanità non può perdere”.
Da padre, quale consiglio darebbe ai giovani di oggi?
“Di credere nelle proprie ambizioni, inseguire sempre la felicità. Questo è quel che conta. Questo è quel che ho fatto io, nato in una famiglia a Milano che non aveva nulla a che fare con il mare. La passione è nata poco a poco, io l’ho coltivata e ho inseguito i miei sogni”.
Qualche squadra di America’s Cup l’ha contattata per averla in equipaggio, ma lei ha detto no...
“Vero, perché per gareggiare in quel prestigioso trofeo servono competenze super-specialistiche, ognuno ha un suo ruolo fisso. Io sono l’esatto contrario...”.
Cosa consiglierebbe a uno studente universitario: meglio specializzarsi o acquisire competenze trasversali?
“Ognuno faccia quel che vuole, non esiste una legge nella vita. Tuttologi o iper-specializzati, basta avere sogni e l’ambizione di realizzarli”.
A proposito di giovani: in passato ha denunciato che uno dei problemi dell’Italia è che è un Paese guidato da anziani.
“Problema peggiorato negli anni. Pochi fanno figli, i ragazzi sono sempre meno. Dunque, i loro temi e le loro istanze contano sempre meno nella nostra società”.
Come invertire la rotta della crisi demografica?
“Si invertirà da sola, quando ci penserà la Natura. Con l’immigrazione”.
La sua Milano ha attraversato due giorni difficili con le rivolte al Corvetto. Si parla molto di integrazione mancata. Cosa ne pensa?
“Che se i migranti, invece di arrivare in Europa dopo un viaggio massacrante durante il quale sono stati rapinati, torturati, hanno perso familiari, al termine del quale sono l’ombra di se stessi, arrivassero qui con un visto e i loro soldi in tasca, avrebbero voglia di integrarsi e rifarsi una vita migliore contribuendo al benessere di tutta la società. Invece, arrivati dopo tante atrocità, non hanno più nulla da perdere”.
Torniamo ai suoi amati oceani. La prossima sfida?
“Sto collaborando con la Ferrari su una nuova, grande avventura. Il nostro approccio è lo stesso, anche loro hanno grande attenzione ai temi dell’ambiente e della tecnologia. Di più, al momento, non posso dire...”.