
Giovanna Iannantuoni
Milano, 12 giugno 2019 - «Ci metterò tutta la mia anima, energia, passione, senso di responsabilità: tanti si aspettano da me la riconciliazione di questo ateneo. Ripartiamo per traguardi ambiziosi: io sono pronta». Giovanna Iannantuoni, 49 anni, è il nuovo rettore dell’Università di Milano Bicocca. Già presidente della Scuola di dottorato, economista, mamma di una bambina di 7 anni, sarà al timone dell’ateneo dal primo ottobre e per i prossimi sei anni.
È stata indicata in questa campagna elettorale come la candidata della discontinuità. Dove serve un cambio di rotta e cosa invece va salvato?
«Partiamo dal cosa salvare. Dall’attenzione, che c’era anche nel mio programma, al personale tecnico e amministrativo, al welfare attivo nei loro confronti. Serve un nuovo patto fra il personale dell’ateneo, una semplificazione e una razionalizzazione. La burocrazia è troppo rigida, questo si deve cambiare. Ma soprattutto Bicocca deve ritrovare la sua identità e diventare motore di crescita culturale, sociale ed economica all’interno della città, della Regione, del Paese. Apriamo le porte, apriamo alla cittadinanza anche la sera, rendiamo l’ateneo più presente e protagonista a livello nazionale e internazionale».
Non lo è stato in questi anni?
«Partiamo da ottimi punti, ma il cambio di governance serve a questo, a valorizzare alcuni aspetti per i quali si può fare di più. Ricerca, didattica innovativa, ma anche internazionalizzazione, per esempio».
Ancora pochi iscritti dall’estero (il 5%): era un chiodo fisso anche del suo predecessore...
«Nella scuola di dottorato ho lavorato molto per incrementare la presenza di ricercatori e docenti, siamo arrivati a un 20%. Dobbiamo far crescere la popolazione degli studenti ed essere più attrattivi».
Corsi di laurea in inglese, favorevole o contraria?
«Va offerto un menu di corsi in inglese più ricco. È fondamentale per raggiungere l’obiettivo. Certo i nostri studenti devono però avere anche la possibilità di scegliere di studiare in italiano se si sentono più a loro agio. Bisogna essere flessibili e offrire opportunità».
Numero chiuso: favorevole o contraria?
«Il mio obiettivo è quello di alzare il numero di studenti, gradualmente, con coscienza, ovviamente rispettando i parametri del ministero».
Reclutamento: quali saranno le linee guida?
«Saremo equilibrati: dobbiamo essere attrattivi per docenti internazionali e valorizzare le enormi competenze interne che abbiamo».
Rettore del cambiamento, ma che conferma il primato della Bicocca: seconda donna rettore per l’ateneo e per tutta Milano dopo Cristina Messa, è la settima rettrice a livello italiano. C’è ancora tanto da fare in questo senso...
«Assolutamente. Anche la campagna elettorale è stata dominata dal tema del genere e dell’età: “Ancora un’altra donna sì o no?”, si è sentito anche dire. Ma alla fine vincono i contenuti e gli aspetti di sostanza come dovrebbe essere sempre. Nessuna discriminazione di genere, religiosa, politica, bisogna essere ascoltati per quello che si è, per le proprie idee, per il curriculum e la credibilità».
Quanto le servirà l’esperienza di mamma in carriera?
«Tantissimo. Per esperienza personale so che bisogna dare opportunità ancora maggiori alle mamme giovani per fare carriera, per esempio.Va dato supporto ai giovani padri. C’è il nido 0-6 in Bicocca, sicuramente non arretreremo, investiremo di più».
Diritto allo studio, che si farà?
«Mi sono confrontata molto con gli studenti, tutto quello che facciamo è per loro: dobbiamo offrire esperienze culturali e formative significative, chiedono spazi d’incontro, possibilità di organizzare eventi, di essere motori essi stessi di iniziative. E dobbiamo investire in nuove residenze: monitorerò che i progetti in corso vadano a buon fine, la disponibilità di alloggi deve aumentare per i fuorisede che si trovano a vivere in una città come Milano, già cara».
Campus: su Città Studi potrebbero esserci sviluppi anche per la Bicocca?
«Qui bisogna riaprire un tavolo politico, di dialogo e capire le condizioni e cosa convenga all’ateneo. Ma dobbiamo sviluppare prima di tutto il campus Bicocca, servono investimenti infrastrutturali, bisogna investire ancora sulla nostra identità».
Ha già scelto la squadra?
«Dopo una lunga e dura campagna elettorale, anche polemica, bisogna riconciliare prima le parti e sono pronta a farlo. Sarò il rettore di tutti. Sceglierò persone valorizzando competenze, si lavorerà in rete. L’ascolto non mancherà».
Lei è esperta di teoria dei giochi applicata al voto: come analizziamo questa vittoria?
«Diciamo che la teoria dei giochi mi è servita sì (sorride, ndr), è stata una campagna intensa, sono stata in testa in tutti i turni e ringrazio chi ha partecipato, votandomi e non, perché la partecipazione è stata alta. Ed è questo che conta. Adesso si riparte, rimettiamoci al lavoro insieme».