
di Monica Autunno
Il nuovo parco in via Berlinguer è agli ultimi ritocchi, la posa dei giochi alle ultime battute, il vernissage già in calendario per sabato mattina. E sarà un "parco giochi per tutti" non solo a parole: "I giochi per bambini installati, dal primo all’ultimo - così il sindaco Paolo Gobbi - sono a misura di qualsiasi bambino. È l’unico modo in cui avrei voluto vederlo realizzato. Troppi parchi sono inclusivi solo a parole". Parco inclusivo, intitolazione significativa: la nuova area giochi porterà il nome dello psicologo e psicoterapeuta Lucio Moderato, scomparso per Covid nel 2020, luminare e studioso dell’autismo, ideatore di approcci innovativi alla disabilità intellettiva e ai problemi del comportamento. E come evento “prequel”, questa sera alle 20.45, la biblioteca comunale di Vignate ospiterà "Seratautismo, dal curare al prendersi cura", un incontro di approfondimento sull’autismo con focus e testimonianze su Moderato, e alla presenza dello staff della Fondazione Sacra Famiglia, dove lo psicoterapeuta operò. Parco inclusivo, dunque. Altalene e giostrine per tutti, un labirinto, casette, angoli per la creatività. L’idea dell’intitolazione è arrivata dopo. "Molti mi chiedevano, nel seguire i lavori, perché non ci fosse uno scivolo. E io ho spiegato decine di volte che uno scivolo è e resta una barriera. Se c’è una cosa che non ammetto è un parco con un gioco inclusivo circondato da giochi inaccessibili. I giochi selezionati sono frutto di uno studio e di consigli di esperti". L’intitolazione. "Il nome di Lucio Moderato, che non conoscevo adeguatamente, mi era stato suggerito dal senatore Eugenio Comincini.
Ho allora approfondito la sua figura. Ho conosciuto i suoi colleghi, la sua compagna, famiglie da lui aiutate, la sua metodologia". Lucio Moderato conviveva dalla nascita con la tetraparesi spastica, è stato docente all’università Cattolica di Milano e direttore dei servizi diurni della Fondazione Sacra Famiglia, autore di pubblicazioni e protagonista di convegni internazionali, figura di riferimento per associazioni e centinaia di famiglie "Ogni volta che incontrava un paziente e i suoi familiari - così Gobbi - chiedeva loro non di sintomi o difficoltà, ma “cosa facciamo fare da grande a questo ragazzino”? Aveva un approccio concreto". E a un convegno rispose così a chi gli chiedeva il primo consiglio che avrebbe dato ai genitori di un ragazzo autistico: "Credere nel loro figlio. Vuol dire avere la certezza che possono e devono, con le metodologie corrette, imparare".