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Gillo Dorfles, l'ultimo saluto di Milano: "Lo ricorderemo in Triennale con un libro"

L'omaggio della città d'adozione del celebre critico d'arte in piazzale Lavater, dove viveva da 50 anni

Piero Dorfles e il sindaco Sala (Newpress)

Milano, 5 marzo 2018 - Milano, la "sua" Milano, si è data appuntamento per rendere omaggio a Gillo Dorfles, critico d'arte, filosofo, artista morto a 107 anni. L'ultimo saluto nell'androne della casa di piazzale Lavater (zona Porta Venezia) dove aveva vissuto per quasi 50 anni. Presenti i come il nipote Piero, gli amici come Luigi Sansone e Aldo Colonnetti, i vicini, il sindaco di Milano Giuseppe Sala e l'assessore Filippo Del Corno e i rappresentanti delle istituzioni. "Milano mi ha insegnato cos’è la positività - aveva spiegato in un'intervista a Il Giorno  -. Merito dei lombardi, gente aperta ma che privilegia rapporti seri e costruttivi”.  Dopo l'ultimo omaggio milanese, il viaggio in direzione di San Leonardo di Lajatico (Pisa) per la sepoltura nella tomba di famiglia. Con Lajatico, infatti, il critico artista aveva un rapporto speciale da quando i genitori avevano cercato un posto dove trasferirsi in Toscana. Qui soggiornava l'estate e nel 2011 fu nominato assessore onorario alla Cultura. 

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Nel momento dell'arrivederci, il pensiero vola già a come ricordarlo al meglio: "Il modo migliore per ricordarlo è organizzare qualcosa in Triennale, che di base è il luogo giusto per ciò che era Dorfles, faremo un ricordo vivo di quello che è stato - ha detto il sindaco Sala - cercando ciò che avrebbe voluto". Per questo Stefano Boeri ha già organizzato per il 10 di aprile "la presentazione del suo libro 'La mia America': c'era già l'accordo di farlo e abbiamo deciso di farlo lo stesso, unendo la presentazione al ricordo". 

Tra i ricordi dell'architetto, oltre al fatto che Dorfles era amico dei suoi genitori, ce n'è uno preciso, che risale a quando era direttore di 'Domus' e che racconta molto dello spirito dell'uomo: "lo avevo scelto come corrispondente dal salone del mobile e gli avevo affiancato un paio di ragazzi: loro alla fine della giornata erano stremati, lui no". Quello che mancherà di lui, per Boeri, è soprattutto "il suo sguardo lucido: ricordo quando era venuto a vedere il Bosco Verticale, all'inizio era scettico, era sempre molto attento".

Presenti gli amici come Luigi Sansone, Aldo Colonnetti e Lea Vergine, che oggi ha voluto ricordarlo con un racconto: "anni fa portai mio nipote, che allora aveva 6 anni, a un convegno, dove vide per la prima volta Gillo che, vista l'età, aveva la pelle marrone, come tutti gli anziani. Allora mio nipote disse 'nonna, quel signore non è come noi, è un alieno e non lo sa'. Ed era proprio così. Gillo - ha rammentato la critica d'arte - da sempre si occupava di fantascienza e mio nipote lo aveva intuito".