Genovese offre 155mila euro a vittime violenza, risarcimento rifiutato

L'imprenditore, per la prima volta in aula a Milano, ha posto le sue "condizioni" per l'abbreviato

Genovese in aula a MIlano

Genovese in aula a MIlano

Milano, 5 aprile 2022 - Risarcimenti per un totale di circa 155mila euro alle due presunte vittime. Li avrebbe offerti oggi nell'udienza, davanti al gup di Milano Chiara Valori, la difesa di Alberto Genovese, imprenditore del web imputato con l'accusa di aver violentato, dopo averle rese incoscienti con un mix di droghe, due modelle: una di 18 anni, durante una festa organizzata il 10 ottobre 2020 nel suo attico con vista sul Duomo e ribattezzato 'Terrazza Sentimento', e l'altra di 23 anni ospite in una villa di lusso a Ibiza nel luglio precedente. Entrambe, attraverso i loro difensori, hanno rifiutato le proposte, scegliendo di rimanere parti civili per gli eventuali risarcimenti danni nel processo. Genovese, che questa mattina si è presentato per la prima volta in aula, è stato arrestato nel novembre 2020 ed è rimasto in carcere per circa 8 mesi prima di ottenere gli arresti domiciliari da trascorrere in una clinica specializzata nelle cure le tossicodipendenze.

Risarcimenti rifiutati dalle ragazze

Il "mago delle startup" avrebbe offerto 130mila euro alla giovane, all'epoca 18enne, assistita dall'avvocato Luigi Liguori e che ha già dovuto affrontare, da quanto si è appreso, spese per quasi 25mila euro solo per cure mediche. Un'altra offerta da 25mila euro, invece, è arrivata all'altra ragazza, all'epoca 23enne, ma anche in questo caso è stata respinta. Anche l'ex fidanzata di Genovese, imputata per concorso nella violenza di Ibiza, ha chiesto il rito abbreviato condizionato all'acquisizione di documenti medici e avrebbe pure lei provato a proporre un risarcimento alla giovane. Secondo quanto si è appreso solo un'associazione delle quattro ammesse come parti civili avrebbe accettato una proposta di acconto per uscire dal processo.

Rito abbreviato, le richieste di Genovese

L'imprenditore ha richiesto come condizioni per il rito abbreviato (che prevede il processo a porte chiuse con sconto di un terzo della pena) il suo interrogatorio, l'audizione di due consulenti medico legali sul suo stato di salute, l'acquisizione di testimonianze rese ai difensori, di contenuti dei profili social della vittima 18enne e di consulenze mediche sul danno arrecato alla ragazza e sulle proprie condizioni mentali. Ad accettare un risarcimento a titolo di acconto è stata solo una delle associazioni parti civili. Il "mago delle sturtup" è accusato di due casi di violenza sessuale commessi tra il luglio e il novembre 2020 tra Milano e Ibiza. Il verdetto del giudice milanese è atteso per l'udienza del primo giugno.

L'accusa: ragazze stordite con mix droghe e violentate

Secondo la ricostruzione del pm Rosaria Stagnaro e del procuratore aggiunto Letizia Mannella, l'imprenditore digitale prima stordiva le proprie vittime con un mix di droghe e poi le violentava. Così secondo l'accusa sarebbe avvenuto sia nel festino organizzato il 20 ottobre 2020 nel suo maxi attico di lusso con vista sul Duomo, dove la 18enne sarebbe stata drogata e violentata per 20 ore di seguito, sia nel luglio precedente a Ibiza, dove la 23enne sarebbe stata abusata durante un party a "Villa Lolita". 

La difesa: "Genovese schiavo della droga"

L'imprenditore si è sempre difeso assicurando che erano tutti rapporti consenzienti, ma ammettendo anche di anche essere "schiavo della droga". Una linea difensiva ribadita nei vari interrogatori sostenuti da Genovese davanti ai magistrati milanesi. La speranza dei suoi difensori, gli avvocati Luigi Isolabella e Davide Ferrari, è dimostrarlo grazie alla consulenza psichiatrica di parte e agli altri documenti da presentare al giudice. 

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