MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Galimberti candidato sindaco Lite nell’Ordine dei giornalisti

Una parte del Consiglio chiede al presidente di "smentire o dimettersi". La replica: "Entrare in una rosa ipotetica di civil servant non è uno stigma"

di Massimiliano Mingoia

Alessandro Galimberti candidato sindaco del centrodestra alle elezioni comunali del 2021? È bufera nell’Ordine dei giornalisti della Lombardia. Dopo l’articolo del Giorno che ha svelato che il presidente dell’Ordine, Galimberti, è nella rosa della Lega come possibile “front runner’’ di sovranisti e moderati nella sfida per Palazzo Marino e che l’interessato ha dato la sua disponibilità a un’eventuale candidatura, le reazioni non si sono fatte attendere.

Cinque componenti su nove del Consiglio lombardo dell’Ordine dei giornalisti ieri hanno scritto una nota in cui mettono il presidente davanti a un bivio: o smentita o dimissioni. Il documento firmato da Lucia Bocchi, Francesco Caroprese, Fabio Cavalera, Roberto Di Sanzo e Rossella Verga cita l’articolo del Giorno, evidenzia che "l’Ordine dei giornalisti non può trasformarsi in un trampolino di lancio" e sottolinea: "È necessario che il presidente Galimberti faccia chiarezza affinché l’istituzione da lui guidata non venga trascinata nel teatro della politica, per lo più nell’imminenza delle scadenze elettorali, con grave danno anche di immagine. Se si tratta solo di voci devono essere subito smentite pubblicamente dal presidente, se invece la ricostruzione corrisponde al vero l’unica strada possibile è quella delle dimissioni. Non è accettabile che l’Ordine dei giornalisti, che lavora al servizio di tutti i colleghi, possa essere rappresentato nelle varie sedi da un presidente che sta giocando una personale partita elettorale per uno schieramento politico".

Nessuna reazione ufficiale, per ora, da parte di Galimberti. Ma nelle risposte informali fornite su WhatsApp dal presidente ai colleghi che ieri gli hanno chiesto di chiarire la sua posizione, Galimberti non ha smentito la possibilità di un’eventuale discesa in campo alle Comunali della prossima primavera, anzi: "Entrare in un novero puramente ipotetico di candidati a un ruolo di civil servant (quale è quello di sindaco di Milano da almeno 25 anni) non credo possa essere considerato un illecito e, tra persone non malevole, neppure uno stigma. Non un atto di amministrazione dell’ente – e men che meno alcuno dei numerosi articoli che scrivo per il Sole e neppure una delle mie decine di apparizioni su network tv nazionali – ha mai offuscato l’immagine e la sostanza di indipendenza, professionalità, onestà ed etica che trasfondo nelle attività che svolgo. Immagine che forse è stata apprezzata anche dalla società civile. Il resto sono chiacchiere, malevole appunto, e diktat sempre più maleducati nel tono". Nel dibattito tutto interno all’Ordine, intanto, torna d’attualità una presa di posizione voluta da Galimberti lo scorso luglio, cioè il deferimento al Consiglio di disciplina della giornalista Selvaggia Lucarelli per un’eventuale violazione dei principi della Carta di Treviso, che regola i rapporti tra informazione e minori. Nel mirino di Galimberti e del Consiglio era finito il battibecco milanese della Lucarelli e del figlio con il leader della Lega Matteo Salvini. Sì, proprio il politico che potrebbe dare il via libera alla candidatura a sindaco di Galimberti.