Gae Aulenti, Unicredit svuota Torre B: uffici subaffittati e coworking su 5 piani. Cosa succede a Milano?

Viaggio nel “gigante“ che ospiterà società in cerca di spazi di prestigio. La banca punta a un risparmio dei costi, grazie anche allo smart working. Mille dipendenti trasferiti a Lampugnano e negli altri due grattacieli.

Gae Aulenti, Unicredit svuota Torre B

Gae Aulenti, Unicredit svuota Torre B

In quella che un tempo era la sala riunioni dei manager Unicredit, al ventunesimo piano della Torre B in piazza Gae Aulenti, restano il tavolo e le sedie, accanto alle vetrate affacciate sullo skyline di Milano. Le stanze sono immerse nel silenzio. Gli uffici un piano dopo l’altro, dal basso fino alla cima, sono stati svuotati, per accogliere le società che occuperanno gli spazi con un contratto di subaffitto. L’istituto di credito guidato da Andrea Orcel, che in Lombardia conta circa 10mila dipendenti, ottomila solo a Milano, ha lasciato uno dei tre grattacieli che hanno cambiato il volto del quartiere Isola-Garibaldi.

E i circa mille dipendenti che lavoravano nella Torre B, di proprietà del gruppo Coima, a cui Unicredit versa un affitto con contratto fino al 2030, sono stati trasferiti. Una parte nelle altre due torri, tra cui l’iconica Torre A con i suoi 231 metri di altezza alla guglia, e gli altri negli uffici in zona Lampugnano, che restano il "cuore digitale e informatico della banca". Per la metà degli spazi della Torre B è già stato sottoscritto un contratto di subaffitto con altre società, che si sono garantite una sede in una delle zone più prestigiose di Milano, mentre sui piani ancora liberi sono in corso negoziazioni in fase avanzata.

Le offerte non mancano, e l’obiettivo è superare il 90% di occupazione. Una delle più imponenti operazioni nel risiko degli uffici milanesi, che segna anche un cambio di prospettiva. Lo smart working (nella banca già in epoca pre-Covid erano previsti due giorni alla settimana su base volontaria) riduce la necessità di spazi e consente una rotazione delle postazioni. Il subaffitto della Torre B è legato anche al piano di razionalizzazione e controllo dei costi messo in campo dalla banca, che in questo modo si garantisce un’entrata fissa. Da quello che si è saputo, per ora sono tre le società che si trasferiranno a breve nel palazzo, con un subaffitto temporaneo. I piani dal terzo al settimo ospiteranno un coworking, che dovrebbe essere operativo da luglio. Nel diciannovesimo piano entrerà una società di “project & construction“, mentre il terzo “inquilino“ è una finanziaria. Società che conquistano quindi un posto nel cuore di Milano. Unicredit punta invece a ottimizzare gli spazi esistenti, in affitto o di proprietà come gli uffici a Lampugnano, nel centro di Milano e a Cologno Monzese.

Una formula che potrebbe essere replicata anche da altri colossi che, fra Porta Nuova e CityLife, si ritrovano con spazi enormi e poco utilizzati, con costi da sostenere per gestirli. Costi che potrebbero essere ammortizzati sfruttando la domanda di uffici che, a Milano, resta alta nonostante i prezzi. E nascono nuovi modelli, per far convivere lo smart working con le attività in presenza. La farmaceutica Sanofi, ad esempio, ha inaugurato in via Bodio i nuovi uffici "ripensati" dai circa 500 dipendenti, con la "totale contiguità tra luoghi di lavoro, relax e ristoro". Nuova sede anche per la multinazionale degli elettrodomestici Whirlpool, che ha scelto invece il quartiere Certosa.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro