Fioravante
Cozzaglio*
Facciamo luce sul teatro! è una bellissima iniziativa che merita l’adesione di tutte le nostre sale.
Perché questo è un anniversario doloroso, per tutta la società e quindi anche per noi del teatro, che oltre a patire i danni materiali ci siamo sentiti spesso trascurati, in nome di urgenze che parevano più fondamentali delle nostre. Abbiamo chiesto più volte e a gran voce di riaprire le sale, dimenticando forse che in una situazione di emergenza è preferibile avere gli ospedali vuoti piuttosto che i teatri pieni. Abbiamo anche chiesto, con piena ragione, che in mancanza della riapertura ci dessero una prospettiva temporale e normativa accettabile, che permettesse agli artisti, ai tecnici, al nostro pubblico di organizzare la necessaria resistenza. Ora che si parla di riaccendere la luce nei teatri, dobbiamo chiederci se questa luce illuminerà lo stesso panorama di prima o una situazione mutata, più povera forse dal punto di vista materiale ma più ricca di prospettive, di fermenti artistici e culturali, di ripensamento del nostro modo di essere e di lavorare. Non credo che lo spavento di questo anno abbia reso il mondo migliore, ma qualcosa di questo spavento rimarrà: la consapevolezza che il rapporto tra collettività e individuo, tra pubblico e privato deve trovare un equilibrio migliore, che la salute e l’ambiente sono più importanti del profitto, che le cose più indispensabili non sono quasi mai quelle più ricercate nella nostra società, che il tempo tutto sommato è l’unica cosa che conta. Questa consapevolezza è affiorata nelle nostre società ed è emersa anche nel teatro, con la riscoperta che la nostra funzione sociale viene prima di quella artistica, ne è il presupposto e la base di partenza. Se saremo capaci di dare corpo a questo pensiero l’anno del castigo non sarà passato invano.
*Direttore artistico
Teatro Carcano