Fatture false per fornire alle aziende servizi a prezzi di saldo: quali sono le società coinvolte

La guardia di finanza ha effettuato quaranta perquisizioni fra Lombardia, Liguria, Puglia e Calabria: indagate nove persone. Sotto la lente contratti d’appalto non genuini e illeciti contributivi

Nell'operazione sono stati utilizzati anche cash dog (Archivio)
Nell'operazione sono stati utilizzati anche cash dog (Archivio)

Sesto San Giovanni, 4 ottobre 2023 – Una società di imballaggi al centro di una rete di imprese più o meno reali avrebbe “drogato” il mercato del settore dei servizi all’impresa a colpi di fatture false. A scoprirla sono stati i finanzieri del gruppo Sesto San Giovanni, nel corso di un’inchiesta coordinata dalla procura di Monza.

Gli accertamenti

Sono state condotte perquisizioni emesso nei confronti di numerose persone fisiche e società fra Lombardia, Liguria, Puglia e Calabria. L'indagine ha permesso di svelare le presunte manovre di un'organizzazione che sarebbe stata dedita al riciclaggio di proventi illeciti, frutto di un’ingegnosa frode fiscale nel settore dei servizi alle imprese.

Nel sistema fraudolento sono coinvolte, a vario titolo, 9 persone a cui farebbero riferimento 18 società, soggetti attraverso cui venivano illecitamente veicolati i flussi di denaro.

Le perquisizioni, eseguite da oltre 90 finanzieri appartenenti a diversi reparti del comando provinciale di Milano, hanno permesso di sequestrare documenti cartacei, file e altro materiale utile alla prosecuzione delle indagini. All’operazione hanno partecipato anche unità cinofile con cash dog specializzati nella ricerca di banconote.

Il sistema

Gli accertamenti investigativi si sono concentrati su una società brianzola attiva nel settore dell'imballaggio e confezionamento. L’azienda, secondo gli investigatori, sarebbe stata epicentro di una fitta rete composta da numerosi altri soggetti economici, impegnati in molteplici settori (logistica, trasporti, servizi di pulizia, sicurezza).

Tutte le società, sfruttando l'emissione di fatture false per 50 milioni di euro ed evitando di versare i contributi previdenziali, sarebbero riuscite a fornire ai loro clienti mano d'opera a prezzi nettamente inferiori a quelli di mercato, effettuando di fatto una ''somministrazione illecita di manodopera'' basata su contratti di appalto ''non genuini''.

Il riciclaggio

Le investigazioni hanno consentito anche di rilevare come i proventi delle attività illecite venivano riciclati, trasferendo le somme su conti correnti intestati a soggetti compiacenti. Il denaro veniva poi prelevato in contanti e “restituito” ai presunti ideatori della frode.

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