“Mio fratello carabiniere ammazzato dalla mafia, noi uccisi dall’omertà”

Francesca Bommarito: “L’istinto di madre mi ha tenuto in vita, per la bambina che portavo in grembo”

Francesca Bommarito

Giornata delle vittime innocenti di mafia; Francesca Bommarito - Per edizione Milano - 20 marzo 2023 - Foto Spf/ANSA

Milano – Prima gli anni silenziosi, di chiusura e lutto. Poi la battaglia, le parole che hanno fatto scalpore. Una sorella che non si è mai arresa, che voleva giustizia per il fratello ucciso a colpi di lupara. Giuseppe Bommarito era carabiniere a Palermo, terra difficile e comandata da Cosa nostra. Aveva 38 anni quando fu colpito alla testa il 13 giugno 1983: era in macchina con il capitano Mario D’Aleo, 29 anni, e il collega Pietro Morici, 27 anni, i killer di mafia spararono con diverse pistole. La sorella Francesca apprese della sua morte dalla tv.

Cosa ricorda di quel giorno?

"Stavo guardando un film con mia madre. A un tratto c’erano le immagini di mio fratello steso nel sedile posteriore, ammazzato".

Come sono stati gli anni dopo quel terribile omicidio?

"Durissimi, un silenzio che ha fatto male. Un’omertà che ci ha addolorato: neanche il parroco ha pronunciato la parola “mafia” al funerale. Un mondo di collusi che non ha risparmiato nessun ambiente: militare, della chiesa, delle istituzioni".

E poi cosa è cambiato?

"Sono riuscita a tirar fuori il mio dolore. Ero incinta di sette mesi. L’istinto di madre mi ha tenuto in vita, per la bambina che portavo in grembo. Appena è nata, mi sono alzata, sono andata alla finestra e ho urlato. Finalmente potevo piangere".

Com’è iniziata la sua ricerca di giustizia?

"C’era chi voleva insabbiare tutto. Poi nel 2015 ho letto una relazione di servizio, sono andata a cercare i documenti, un rapporto giudiziario: a pagina 47 c’era scritto che mio fratello era nel mirino della mafia".

Lui lo sapeva?

"Se lo aspettava, più volte i mafiosi gli avevano chiesto di fare cose che lui non ha mai accettato, anzi, ha sempre denunciato. Pochi giorni prima dell’attentato, ha detto a nostro fratello piccolo: quest’anno le olive le dovete raccogliere voi. Non ha avuto paura, mai".

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