Fragili e spaventati dal Covid: "Ma ha vinto il senso di comunità"

A Rho commemorate le vittime della pandemia. I racconti di chi c’era: "Abbiamo combattuto insieme". I medici in azione tra "le vestizioni per strada e i dispositivi introvabili". "È stato un periodo terribile".

Fragili e spaventati dal Covid: "Ma ha vinto il senso di comunità"

Fragili e spaventati dal Covid: "Ma ha vinto il senso di comunità"

Memoria, commozione, valorizzazione di quanto di buono è emerso durante la pandemia. Questi i temi chiave della commemorazione delle vittime di Covid che si è svolta ieri mattina davanti al Memoriale “Grande Parentesi” ai Giardini Giovanni Pesce lungo corso Europa, realizzato dall’artista Grazia Varisco. Dopo la posa della corona, il silenzio suonato alla tromba e gli onori alle vittime, la cerimonia presentata da Paola Cupetti, responsabile dell’Ufficio cerimoniale del Comune di Rho. Il dottor Vincenzo Maerna, coordinatore dei medici di medicina generale di Rho, ha ricordato il collega Alberto Santoro, morto per Covid a due mesi dalla pensione, come pure il dottor Daniele Rizzi di Cornaredo.

"Ricordo - ha detto - le vestizioni per strada, i dispositivi di protezione introvabili, l’incertezza sulle terapie. Oggi tutto appare così lontano". In ricordo di tutto quanto venne messo in atto da parte di Caritas cittadina e delle parrocchie, è intervenuto il prevosto don Gianluigi Frova. Ha ricordato le "cellule vive della comunità" emerse in quell’occasione, la generosità dei giovani e le tante iniziative in campo. Il direttore generale di Asst Rhodense, Marco Bosio ha parlato di "un momento eccezionale da affrontare a mani nude con la voglia di farcela: abbiamo assistito a tante perdite, su quel male terribile avevamo poche informazioni. Ricordiamo il senso di solitudine estrema, la paura e la sconfitta. Non c’erano eroi ma professionisti che hanno svolto la loro funzione, come sanno fare ogni giorno. La nostra sanità pubblica, nonostante venga spesso criticata, sa reagire. Siamo rinati con le vaccinazioni ma abbiamo lavorato al meglio in emergenza e ne sono orgoglioso".

Maria Rita Vergani, vicesindaco e assessore a Partecipazione e cittadinanza attiva, ha chiuso la cerimonia con il suo intervento, ringraziando tutti i medici (tra cui il consigliere comunale Fulvio Caselli) e le forze dell’ordine, le associazioni di soccorso. "Abbiamo combattuto tutti insieme, colpiti nel cuore e nello spirito, ciascuno come individuo doveva difendersi da tutti gli altri, anche da amici e persone care - ha ricordato Vergani, allora anche assessore alla Protezione civile -. Quel male ha mostrato la nostra fragilità". Il vicesindaco ha evocato due momenti chiave: le salme condotte ai forni crematori sui camion dell’esercito il 18 marzo 2020 e la preghiera di papa Francesco da solo sotto la pioggia in piazza San Pietro. "Tutti - ha detto - ci siamo sentiti soli come lui . Ora cosa rimane? Continuiamo a coltivare uno spirito di comunità, quello che ci consente di superare ogni male".