REDAZIONE MILANO

Presunto fotoricatto hot, Emilio Fede rinviato a giudizio

Secondo l'accusa avrebbe orchestrato il tutto, per costringere i vertici del Biscione a rivedere le condizioni che avevano portato al suo licenziamento

Emilio Fede (Lapresse)

Milano, 6 novembre 2015 -  L'ex direttore del Tg4, Emilio Fede,  rinviato a giudizio per i presunti fotoricatti ai vertici di Mediaset. La decisione è del  gup Elisabetta Meyer, che ha anche condannato a 3 anni e 10 mesi Gaetano Ferri, ex personal trainer del giornalista, che aveva scelto il rito abbreviato. Il processo prenderà il via il prossimo 2 febbraio davanti ai giudici della Sesta Sezione Penale di Milano.

Secondo la ricostruzione del pm Silvia Perrucci, Fede avrebbe chiesto a Ferri e ad altre due donne, Maria Madeo e Michela Faioni (che oggi hanno patteggiato la pena 2 anni e 4 mesi di carcere) di realizzare alcuni fotomontaggi compromettenti nei confronti del direttore dell'informazione di Mediaset, Mauro Crippa (che non si è costituito parte civile), immortalato in compagnia di alcuni transessuali. Un vero e proprio ricatto, secondo l'accusa, per costringere i vertici del Biscione a rivedere le condizioni che avevano portato al suo licenziamento. Da qui l'accusa di estorsione contestata all'ex direttore del Tg4 che risponde anche di violenza privata per alcuni sms minatori che sarebbero stati inviati allo stesso Ferri nel tentativo di "estorcere a Berlusconi due milioni di euro per evitare la diffusione di foto compromettenti di Crippa". 

"Ma io per restare alla Direzione del Tg4, da me fondato e diretto per oltre 20 anni, dovevo ricattare Crippa che mi aveva sempre ritenuto - e dichiarato pubblicamente - il più grande o uno dei più grandi giornalisti?". Se lo domanda "con amara ironia", Emilio Fede. "Quindi io avrei esibito una foto - pervenutami anonimamente - chiaramente truccata e subito consegnata ad un vertice dell'Azienda - continua Fede - .Con quella foto avrei chiesto di non essere allontanato dalla Direzione del Tg4.». Secondo Fede «la risposta arriverà con un processo". "Un processo al quale io tengo molto, un processo vuol dire che ci saranno testimoni - ha concluso il giornalista, che a giugno ha compiuto 84 anni - .Vuole dire anche arrivare a quella verità per la quale io combatto da oltre tre anni".