"Fnm ritiene del tutto infondati e pretestuosi i contenuti dell’esposto presentato dal presidente di Milano Serravalle, Beniamino Lo Presti, e si riserva di adire le vie legali a tutela delle proprie prerogative, dell’attività fin qui svolta e per il risarcimento dei danni subiti e subendi". Questa la nota con la quale la Spa presieduta da Andrea Gibelli ha negato ieri le accuse del numero uno della società autostradale, controllata dalla stessa Fnm, in un esposto alla procura e alla Consob. Una vicenda che Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, che a sua volta controlla Fnm, ha ricondotto a ruggini tra Lo Presti e Gibelli: "È una cosa interna loro, sono convinto che si tratti di una cosa di nessuna rilevanza, che siano questioni del tutto personali. Credo nella correttezza di tutti gli amministratori sia di Serravalle che di FNM. Sono assolutamente tranquillo". Parole, quelle del governatore, che sembrano avallare la tesi secondo la quale Lo Presti si starebbe vendicando dell’imminente sostituzione alla guida di Milano Serravalle: dovrebbe succedergli Elio Catania, già presidente di Atm.
Il Pd lombardo, invece, chiede di vederci chiaro: "Il fatto che il presidente di Milano Serravalle si spinga a fare un esposto contro la dirigenza di FNM dice che la tensione tra i manager, o tra i loro mandanti politici, è oltre il livello di guardia e che c’è qualcosa di poco chiaro nel piano strategico della holding regionale – rimarca il consigliere Pietro Bussolati –. Abbiamo chiesto che Lo Presti venga a spiegare le sue ragioni nelle commissioni Bilancio e Infrastrutture". Il capogruppo Pierfrancesco Majorino solleva un altro caso: "Inopportuno che nel Cda di una società pubblica come Milano Serravalle sia nominato un ex consigliere regionale di Forza Italia appena condannato per la malagestione di fondi pubblici: Angelo Giammario". Il riferimento è all’inchiesta sui rimborsi pazzi.
Gi.An.