Milano, finisce in rapina la Pasquetta tra i rapper

La disavventura di quattro ragazzini veronesi arrivati a San Siro per un selfie coi loro idoli: circondati e derubati di cellulari e scarpe

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di Nicola Palma

e Marianna Vazzana

La Pasquetta in trasferta nel quartiere dei loro idoli musicali si è trasformata in un lunedì da dimenticare per un gruppo di ragazzini partiti apposta dalla provincia di Verona per una "gita" in zona San Siro, a caccia di un selfie coi rapper che nell’ultimo anno hanno fatto parlare più per episodi di criminalità che per i testi di denuncia che mietono record sui social. La storia, di cui ieri sul Giorno abbiamo anticipato l’epilogo con la Volante accerchiata da una cinquantina di adolescenti, inizia attorno alle 16.30. I quattro – due fratelli di 16 e 18 anni, un cugino diciottenne e un altro amico sedicenne – si ritrovano in via Zamagna: non sono lì per caso, ci sono andati apposta per incontrare gli artisti di cui sono fan, un po’ per le canzoni che li hanno resi celebri tra i coetanei, un po’ per le "imprese" tutt’altro che edificanti di cui si sono resi protagonisti (a partire dal mega raduno organizzato un anno fa in via Micene, con sassaiola finale contro le forze dell’ordine).

Nel giro di pochi secondi, si ritrovano circondati da una decina di minorenni, che li costringono a consegnare auricolari e occhiali da sole. Il maggiore dei fratelli riesce a sfuggire alla ressa e a trovare rifugio in un bar di via Corno di Cavento, ad alcune centinaia di metri di distanza: il diciottenne racconta quanto gli è appena capitato a un uomo che descriverà come un italiano sulla cinquantina; quest’ultimo finge di volerlo aiutare, ma in via Gigante lo stringe in un angolo e si fa consegnare la felpa griffata Armani, le Nike che il ragazzo porta ai piedi e l’i-Phone. Il derubato, scalzo e senza cellulare, si incammina sconsolato verso piazzale Selinunte e lì finalmente incontra qualcuno davvero intenzionato a dargli una mano, un trentacinquenne che chiama il 112 per segnalare quanto accaduto. Quando gli agenti delle Volanti arrivano in via Zamagna, ci trovano solo il diciottenne. E il fratello minore? Il ragazzo ricorda a memoria il suo numero di telefono, così riesce a contattarlo con l’aiuto della polizia e scopre che si trova in piazzale Lotto in compagnia dell’amico coetaneo. Gli investigatori riescono a riunire il gruppo e a farsi raccontare quanto successo. Proprio in quei minuti, i derubati riconoscono tre dei presunti rapinatori: un quattordicenne, un quindicenne e un sedicenne, tutti nati in Italia da genitori di origine nordafricana e tutti già noti per alcuni precedenti.

Le perquisizioni confermano i sospetti: addosso, due di loro hanno auricolari e occhiali da sole. "C’era un ragazzino minorenne dentro la Volante, che si copriva il viso con il cappuccio della felpa – racconta una testimone –. A un certo punto è arrivato suo fratello (di 20 anni, ndr), che pretendeva di essere portato via al suo posto. Una richiesta assurda. Al “no“ dei poliziotti si è sdraiato davanti alla macchina per non farla ripartire. Ha richiamato l’attenzione e dai palazzi attorno sono arrivati i suoi amici, più di cinquanta, a sbarrare la strada alla macchina anche con le bici. Quel ragazzino è molto popolare perché fa parte dei seguaci di rapper famosi tra i giovanissimi, come Neima Ezza e Baby Gang". Gli agenti, in palese superiorità numerica, mantengono la calma e chiamano i rinforzi via radio, riportando la tensione sotto il livello di guardia: il bilancio finale parla di tre minorenni indagati per rapina aggravata e del ventenne denunciato per resistenza. La scena, immortalata con i cellulari da alcuni cittadini delle case popolari, è stata postata sulle “storie“ di Instagram da Francesco Giani, capogruppo Lega in Municipio 7, e dalla pagina di Milanobelladadio. "Piazzale Selinunte e il quadrilatero di San Siro – commenta Giani – si confermano ancora una volta terra di nessuno. Ormai le baby gang sono padrone del quartiere e attaccano le forze dell’ordine senza farsi problemi. Impressionante anche che non ci sia neppure una parola dell’assessore alla Sicurezza Marco Granelli e della giunta Sala".

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