
Veronica Mazzini
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Milano, 7 ottobre 2022 - Le lezioni sono iniziate da tre settimane e suo figlio ha già dovuto cambiare altrettante scuole. Nonostante lei si sia mossa per tempo con l’iscrizione, allo scoccare del 12 settembre, giorno del ritorno sui banchi, non sapeva ancora quale scuola avrebbe potuto frequentare suo figlio. È successo a Milano, è successo a Veronica Mazzini, madre di Antony, bambino di 11 anni, atteso quest’anno dalla prima media e che convive con l’ADHD, un disturbo che comporta iperattivismo e difficoltà a mantenere la concentrazione. La loro storia non è ancora conclusa. E si gioca sul piano di due diritti: quello di Antony ad andare a scuola, trattandosi, tra l’altro, della scuola dell’obbligo, e quello di Veronica, madre separata, a lavorare ed essere economicamente autonoma.
"Tra giugno e luglio – racconta Veronica – abbiamo avuto due comunicazioni opposte nel giro di una settimana da parte della scuola media Rinascita: prima ci hanno detto che l’iscrizione di Antony all’indirizzo musicale era andata a buon fine. Poi ci hanno richiamato dicendoci che avevano avuto una riunione con gli insegnanti della elementare frequentata da mio figlio fino all’anno scorso e che, alla luce di quella riunione, avevano ritenuto di non poter accettare la sua iscrizione perché non adatto per quel tipo di scuola. A quel punto non sapevo che fare perché le iscrizioni erano già chiuse. Dalla Rinascita mi hanno assicurato che avrebbero trovato loro una soluzione".
Ma le settimane passano invano: "A fine di agosto non avevo ancora saputo nulla. Il 12 settembre Antony era ancora senza scuola, sebbene nei moduli ne avessi indicata una di riserva: la Tre Castelli. A questo punto ho mandato una mail ai due istituti e all’assistente sociale, che per il 50% ha la tutela del bambino, e qualche giorno dopo mi hanno detto che avrebbe potuto frequentare la Tre Castelli. Pensavo fosse finita e invece dopo tre giorni vengo convocata a scuola e mi sento dire che non possono seguire Antony per tutte le ore di lezione perché mancano docenti di sostegno. Propongono una frequenza di 3 ore al giorno per due settimane. Ventiquattro ore più tardi scopro che tale copertura ci è garantita non alla Tre Castelli ma in una terza scuola, l’Istituto di via Salerno".
Qui per Antony nessuna settimana è mai stata uguale all’altra: "In alcune settimane ha fatto 3 ore al giorno, in altre 4. Dal 17 ottobre si potrà salire a 5 e dal 2 novembre potrà far lezione fino alle 14 ma dovrà rinunciare ai due pomeriggi previsti per tutti gli altri alunni". Da qui la richiesta di Veronica, come madre: "Chiedo che mio figlio possa frequentare la scuola anche al pomeriggio: l’istruzione non è un favore, è un diritto". E una sottolineatura come donna lavoratrice: "Ho già dovuto rinunciare a lavorare al pomeriggio".