MARIO CONSANI
Cronaca

"Figli strappati, giustizia quasi impotente". E i bimbi dimenticano chi non è con loro

L’avvocato: sentenze spesso senza effetti concreti all’estero

L'avvocato Barbara Manara

Milano, 20 ottobre 2017 - A scappare con i figli non sono solo i papà stranieri. Di vicende come quella del piccolo italo-egiziano, l’avvocata Barbara Manara ne conosce bene e ne segue anche altre. C’è una mamma russa che è tornata in patria con i figli: denunciata per sottrazione di minori, senza il rischio di una misura cautelare che ne limiti i movimenti è anche rientrata indisturbata in Italia per poi tornarsene tranquillamente in Russia. Un’altra mamma se n’è andata con due bimbe, una di appena sei mesi. Fra vari tira e molla il papà ha anche tentato di rimettere la querela, nella speranza che lei mantenesse l’impegno a rientrare in Italia. C’è il caso di un altro papà italiano volato in Ucraina dai suoceri per Natale e rientrato tranquillamente a Milano in attesa che la famiglia lo seguisse di lì a poco. Madre e figli sono ancora lassù.

Avvocato Manara, in vicende del genere la giustizia italiana fin dove può arrivare?

«Le difficoltà sono notevoli. In primo luogo non c’è omogeneità nella qualificazione del reato commesso da chi scappa con i figli. Talora si contesta il sequestro di persona, spesso invece la “semplice” sottrazione di minore, reato che punito nel massimo con 4 anni di reclusione non consente l’emissione di misure di custodia cautelare nei confronti del genitore, che invece sarebbero utili a limitare la sua libertà di spostamento.

E comunque non esistono mezzi giuridici davvero idonei a consentire il rimpatrio del minore in tempi brevi o utili ad evitare il suo radicamento nel nuovo paese».

Anche quando la misura cautelare nei confronti del genitore in fuga viene emessa, l’efficacia non è automatica.

«È così. Anche quando la vicenda viene inquadrata come sequestro di persona, la difficoltà di vedere eseguita la misura cautelare nei paesi extra Ue è concreta, perché spesso non hanno aderito ad accordi bilaterali sul tema».

E neppure arrivare a un processo è semplice.

«La difficoltà di giungere a un dibattimento è legata soprattutto alla complessità del sistema che nel nostro codice regola le notifiche degli atti al genitore che si è reso consapevolmente irreperibile. C’è sempre il rischio della sospensione del processo qualora non si riesca a fornire la prova che l’imputato è effettivamente a conoscenza di quanto avviene».

Con effetti paradossali, a volte.

«Sì, perché il genitore teoricamente irreperibile non di rado mantiene invece rapporti telefonici con quello in Italia al solo scopo di farsi mandare denaro, ottenere informazioni sul processo, magari prendere tempo nell’attesa di evenetuali provvedimenti a proprio favore nel paese d’origine. Quando non al solo fine di dettare condizioni sempre più esigenti in vista di un proprio eventuale rientro insieme ai figli».

La convenzione dell’Aja sugli aspetti civili della sottrazione internazionale dei figli, dovrebbe contrastare, in teoria, proprio questi rischi.

«Dovrebbe. Ma ho potuto constatare, con la collega Donata Piantanida, come talvolta anche i procedimenti instaurati con le modalità previste dalla convenzione risultino scarsamente efficaci, vista la protezione di cui i genitori sottrattori godono nel proprio paese, soprattutto in quelli extra Ue. E l’ulteriore paradosso è che comunque i genitori vittime della sottrazione sono costretti ad impegnarsi in procedimenti civili, penali e internazionali per non perdere il loro diritto-dovere ad essere genitori, dimostrando l’interesse a perseguire il coniuge sottrattore anche se ormai sfiduciati per il trascorrere del tempo senza aver avuto risposte concrete e certe».

E nel frattempo i figli crescono e sono sempre più lontani.

«I bambini magari dimenticano la lingua dell’altro genitore, rendendo così difficile anche solo una comunicazione telefonica, quando si riesca ad ottenerla. E gli incontri previsti, quand’anche vengano attivate le procedure internazionali presso ambasciate e consolati, spesso non vengono rispettati dai sottrattori, senza che che ciò comporti conseguenze».