
Michelle Ferrulli (Newpress)
Milano, 3 luglio 2014 - Michele Ferrulli, il 51enne morto per arresto cardiaco durante un intervento delle forze dell'ordine il 30 giugno 2011, "era una minaccia ed ebbe una reazione rabbiosa nei confronti degli agenti". Queste le parole dell'avvocato Paolo Siniscalchi, uno dei legali dei quattro poliziotti imputati per omicidio preterintenzionale e falso in atto pubblico davanti alla prima Corte d'Assise di Milano. Per i quattro agenti, nelle scorse udienze, il pm di Milano Gaetano Ruta ha chiesto una condanna a 7 anni di carcere.
I poliziotti erano intervenuti in via Varsavia a seguito di una segnalazione per schiamazzi in strada. Secondo il pm, l'uomo venne anche "percosso" dagli agenti e subi' una "violenza gratuita non giustificabile". Per l'avvocato Siniscalchi, uno dei difensori degli agenti, ha spiegato che quella sera Ferrulli fece dei "gesti di sfida" contro i poliziotti, disse a uno di loro "togliti la divisa e facciamo a botte". L'uomo, secondo quanto riferito dal legale, "diede una spallata e fece resistenza", venne percepito dagli agenti della volante come una "minaccia", tanto che fecero arrivare altre volanti chiamando la centrale operativa. I poliziotti, invece, sempre secondo il legale, si comportarono "con professionalita'" e l'unico gesto "inopportuno", ma non "sopra le righe", fu un "finto schiaffo" di uno di loro che "comunque non toccò affatto Ferrulli". Parte civile nel processo la figlia di Ferrulli, Domenica, e i tre fratelli dell'uomo.