Fernanda Cocchi fu uccisa a 90 anni per 300 euro. I due killer si incolpano a vicenda

Il processo per il delitto dell’ottobre del 2021 in via Ponte Seveso. Alla sbarra Carlos Gabriel Velasco e Mario Abraham Calero Ramirez. Dopo l’omicidio erano andati a bere

Il frame che riprende uno degli assassini che si allontana dalla casa di Fernanda

Il frame che riprende uno degli assassini che si allontana dalla casa di Fernanda

Milano – L’ex sarta Fernanda Cocchi, vedova senza figli, aveva 90 anni quando fu uccisa, il pomeriggio del 29 ottobre 2021, nella sua casa di via Ponte Seveso, zona stazione Centrale. Una rapina finita in omicidio per un bottino di due collane e un anello, 300 euro in tutto al Compra Oro, che i due assassini Carlos Gabriel Velasco, ventiduenne ecuadoriano fermato insieme al quarantaquattrenne peruviano Mario Abraham Calero Ramirez, si sono divisi a metà prima di ubriacarsi nel bar poco lontano dal luogo in cui avevano consumato il delitto.

Dopo averla uccisa i due avevano tentato di dare fuoco alla casa, un trilocale di 80 metri quadrati in cui la donna, che aveva lavorato nella moda, in via della Spiga, si era comperata con i guadagni del suo lavoro. Volevano cancellare le tracce dell’omicidio, sperando che il caso venisse archiviato come morte accidentale causata da una fuga di gas. Il processo invece, che si sta celebrando in corte d’Assise e vede i due imputati per omicidio pluriaggravato, ha restituito una realtà diversa, non nella sostanza, resta l’orrore della morte di una donna, mite e gentile, ma nei dettagli.

A partire dall’arma del delitto: la donna non fu uccisa con un ferro da stiro, come si era pensato, ma quasi certamente morì per le botte ricevute, per l’aggressione consumata con una inaudita violenza da parte dei due assassini. Il ferro da stiro fu trovato a poca distanza dal cadavere, ma non aveva traccia di Dna degli assassini, probabilmente caduto nell’irruzione violenta dei due nella casa della anziana.

Fernanda, che viveva sola dopo aver perso il marito e anche la sorella gemella, era stata trovata stesa a terra in arresto cardiaco dai sanitari del 118 in una stanza della casa. La polizia era stata avvertita da un negoziante, suo amico, che aveva visto uscire fumo dall’appartamento, dopo che Fernanda Cocchi, non rispondeva più al telefono. I due assassini si sono incolpati a vicenda: "Ho visto Velasco a cavalcioni sulla donna che la strangolava e sono fuggito". "Ho visto Ramirez che la picchiava a morte le sono fuggito". Ad inchiodare i due con l’accusa di aver assassinato l’anziana nel corso di una rapina in casa sono state le telecamere e un’aggressione che ha lasciato tracce macroscopiche. Il volto del 22enne che fino a pochi giorni prima abitava con alcuni parenti in viale Mar Jonio, era stato immortalato dall’occhio elettronico installato nel Compro oro in zona Centrale dove il più giovane dei sudamericani si era recato (registrandosi con il suo documento e quindi fornendo le vere generalità) per vendere due collane e un anello rubati alla signora Fernanda. Gli oggetti erano stati recuperati dagli specialisti della Omicidi della Squadra mobile che avevano arrestato Velasco e Ramirez nel giro di un giorno. Il quarantaquattrenne aveva avuto l’idea di derubare la novantenne perché abitava nello stesso stabile, ospite nel trilocale in cui risiedeva il fratello. Sempre secondo gli accertamenti investigativi, era stato lui a lasciare aperto il portone d’ingresso di via Ponte Seveso 26 per consentire all’incappucciato, il complice Velasco, di entrare nel palazzo.

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