Fedez e l’odio social: “Augurare il cancro a un bambino di 5 anni non è reato. Serve Spid per identificare i profili social”

Il rapper alla Fabbrica del Vapore di Milano, ospite di un evento della polizia postale: “Parliamo tanto di hate speech ma bisogna colmare i vuoti legislativi”

Milano – Fedez è stato protagonista alla Fabbrica del Vapore di Milano, dove è in scena la mostra  "Supereroi”. Un progetto che si propone di gettare luce sull’importante lavoro svolto dalla Polizia di Stato nel contrasto all’adescamento online dei minori. Fedez è stato protagonista di un incontro con il pubblico a margine dell’esposizione. Un’occasione per parlare delle insidie del web, in particolare del ruolo degli haters

Il rapper ha parlato della necessità di rendere identificabili in maniera univoca i profili social. “Io sono assolutamente per lo Spid – ha spiegato -. Così se una persona mi dice che sono uno s… so che quella persona me l’ha detto. Il tema è questo: ogni piattaforma online dovrebbe avere un metodo di riconoscimento”.

Fedez è poi tornato su un argomento che gli sta molto a cuore. "Per lo Stato italiano augurare il cancro a un bambino di cinque anni non è reato – ha detto facendo riferimento a un episodio che aveva denunciato lo stesso rapper ai danni del figlio Leone -. E questa cosa a me ha lasciato abbastanza perplesso perché parliamo tanto di hate speech, di fomentare l’odio. Ma se uno augura un cancro al polmone destro a un bambino di cinque anni non succede niente. Ecco forse bisognerebbe anche intervenire sui vuoti legislativi”.

Nei giorni scorsi, durante un incontro al Circolo dei Lettori di Torino sul tema “La salute mentale è un diritto dei giovani”, Fedez aveva parlato dei social e del peso specifico nelle vite dei ragazzi: “Questa generazione è la cavia dei social – aveva detto -. Andrebbero studiate le ripercussioni psicologiche, psichiatriche e sociali degli stessi social network, ma oggi ci sono pochissimi studi, per questo siamo cavie”.

Per quanto riguarda le alternative per la generazione Z Fedez aveva parlato dell'importanza dei centri sociali, citando lo storico Alessandro Barbero che, parlando dell'Askatasuna di Torino aveva definito questi spazi “una ricchezza”. “Io arrivo dai centri sociali - ha detto il rapper - e sono d'accordo con Barbero. Sebbene ci fossero contesti violenti, nei centri sociali venivi a contatto con le persone. Il futuro dei ragazzi ora sarà di stare di fronte a un telefono ed è un peccato secondo me. Il problema non è dei ragazzi, è di chi non offre loro alternative”. 

La mostra “Supereoi” è un viaggio nel cuore della battaglia contro il web nero.  La mostra è ospitata all’interno del palinsesto di Straordinarie iniziativa di Terre des Hommes in collaborazione con Fabbrica del Vapore e con il supporto del Comune di Milano, che ha inserito l’appuntamento nella rassegna “Milano Città delle Donne”.