Federico, scomparso nel Bellunese. "Tracciato il cellulare, segnali in Val Pramper"

Elena Panciera, moglie del milanese scomparso nel Bellunese: ha risorse fisiche e mentali per sopravvivere in condizioni estreme

Federico Lugato con la moglie Elena Panciera erano in vacanza in Veneto

Federico Lugato con la moglie Elena Panciera erano in vacanza in Veneto

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Milano - Ancora nessuna traccia: continuano le ricerche di Federico Lugato, il 39enne originario di Trivignano (Venezia) ma da anni residente a Milano, a Nolo, scomparso giovedì scorso durante un’escursione nella Val di Zoldo, nel bellunese. La moglie 38enne, Elena Panciera, è sicura che il marito sia vivo da qualche parte: "Federico è una roccia. Ha le risorse fisiche e mentali per sopravvivere in condizioni estreme". I soccorritori del Soccorso Alpino con vigili del fuoco e forze dell’ordine, oltre a perlustrare il sentiero che l’uomo aveva intenzione di percorrere, hanno deciso di battere zone più impervie. Sul campo anche un centinaio di volontari e i cani molecolari. Si usano droni a infrarossi. A sollecitare le operazioni di "salvataggio" lo scrittore Mauro Corona e il governatore veneto Luca Zaia. Federico è dipendente di Rfi, Elena è consulente di comunicazione. I due, senza figli, si conoscono da 11 anni: "Siamo sposati da 7 anni, settimana scorsa abbiamo festeggiato l’anniversario. Non c’è nessuna crisi, come coppia stavamo vivendo uno stato di grazia. Escludo l’allontanamento volontario", dice la donna. 

Signora Panciera, quali sono le ultime novità? "Grazie all’autorizzazione del magistrato e alle comunicazioni del gestore abbiamo il tracciato del cellulare: una cella si sarebbe agganciata nella zona della Val Pramper. Il Soccorso Alpino sta utilizzando l’elicottero su quell’area impervia. Poi c’è la notizia da verificare che una persona si sarebbe rivolta ai Carabinieri, giorni fa, dicendo di aver visto Federico in un punto preciso del percorso". 

Possiamo ripercorrere la giornata del 26 agosto? "Siamo arrivati il giorno prima. Veniamo a Pralongo due volte all’anno, io sono originaria di queste parti. Prima di partire alle 9 di giovedì mattina, Federico ha preso con sé uno snack, assicurando il rientro per pranzo. Aveva scelto l’itinerario ad anello Bivacco Baita-Angelini, di una decina di chilometri, che conosceva: c’era stato anche con gli amici, in inverno. Federico è esperto di montagna: è abituato a usare il Gps. Fa ciclismo e altro, è in condizioni fisiche eccellenti. È forte di mente, grazie a meditazione e mindfulness".

Quando ha smesso di avere sue notizie? "Dalle 10.30 gli ho mandato messaggi ma non sono apparsi i segni di spunta. Non mi sono preoccupata perché non è mai attaccato al cellulare e la nostra relazione non è 'appiccicosa'. Verso le 17 ho escluso si fosse addormentato da qualche parte e ho lanciato l’allarme col 118. Coi soccorritori c’era anche mio padre". 

Tanti volontari si sono uniti alle ricerche, accogliendo il suo appello sui social. "Si è mobilitata l’intera valle, amici, i colleghi di Rfi. Ma c’è anche tanta gente che non ho mai visto da Milano, Bolzano e persino Forlì. Chi non può venire mette a disposizione competenze: ci sono ingegneri che analizzano i dati rilevati coi droni. Alcun hotel della zona offrono alloggi gratis. Ieri abbiamo lanciato un crowdfunding via Facebook (alla sera l’importo raccolto superava i 3mila euro, ndr) per finanziare pasti e pernottamenti di chi aiuta, oltre a consulenze tecniche e nuove unità cinofile".

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