False recensioni su Amazon, il colosso vince la prima causa civile a Milano

Il Tribunale di Milano ha chiuso un sito che prometteva rimborsi in cambio di valutazioni a 5 stelle sulla piattaforma di vendite online: “Fenomeno dannoso per i clienti”

Amazon combatte legalmente da anni le recensioni false sul proprio sito

Amazon combatte legalmente da anni le recensioni false sul proprio sito

Per la prima volta, la società Amazon è riuscita a vincere una causa civile contro un sito che incentivava la creazione di recensioni false di prodotti venduti sulla piattaforma di vendite online. Una sentenza del Tribunale di Milano ha portato all’immediata chiusura del sito in questione, Realreviews.it, e ha vietato al suo gestore di porre in essere attività simili in futuro.

La sentenza, comunicata dal colosso mondiale dell’e-commerce, spiega che Realreviews.it offriva ai potenziali recensori un rimborso completo dei prodotti acquistati se avessero pubblicato e fornito la prova di una recensione a 5 stelle. Questo comportamento, secondo i giudici, ha violato la legge sulla concorrenza sleale, causando un danno sia ad Amazon che ai suoi clienti.

Cause simili sono state intentate dall’azienda statunitense anche in altri Paesi europei, tra cui Spagna, Germania e Francia, contro 44 presunti malfattori. “La sentenza del Tribunale di Milano segna una tappa importante nella nostra lotta per proteggere i clienti dalle recensioni false. Il nostro obiettivo è assicurare che ogni recensione sullo store di Amazon sia affidabile e che rifletta le reali esperienze dei consumatori”, ha detto Claire O'Donnell, direttore di Selling partner trust & store identity di Amazon”.

Anche Altroconsumo ha commentato positivamente la vicenda. Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne, ha affermato che l’associazione “denuncia da tempo il fenomeno delle recensioni abusive, un fenomeno illecito e dannoso, che inganna e colpisce in primis i consumatori in buona fede”. Già nel 2019 una nostra indagine aveva messo in luce il tema dei servizi di boosting e avevamo avviato svariate azioni sia con le procure che con Agcom per porre fine agli illeciti e chiedere di fare luce sulla compravendita di recensioni false sul web e sui social network”.

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