La firma sul rogito l’altro pomeriggio, e finalmente l’area ex Galbani passa di mano: dal curatore fallimentare a Officine Mak, il colosso della rigenerazione urbana che aveva opzionato l’acquisizione nell’estate del 2020. E che, sborsati quattro milioni, è ora ufficialmente la padrona di casa: dell’area centrale, fra lo scalo ferroviario e il centro, e delle vecchie porcilaie sulla provinciale Cerca. "Finalmente – commenta il sindaco Antonio Fusè – . È una grandiosa giornata: dopo anni, per un’ampia porzione del nostro centro si apre la prospettiva di una nuova vita". Ora sprint sui progetti, già delineati, frutto di una lunga e a tratti tortuosa trattativa fra comune e privato e riassunti in un atto di indirizzo approvato in consiglio comunale nel corso dell’estate.
La vicenda è arcinota. L’ex sito Galbani è sotto curatela fallimentare dal 2018, anno dell’ufficiale fallimento della proprietà, Imel srl. Un progetto precedente di recupero era stato avviato una decina d’anni prima e si era poco dopo arrestato. Dal 2018 in avanti più chiamate all’asta andate a vuoto, operatori interessati poi scomparsi nel nulla, e una situazione di stallo e degrado crescente.
A consentire una nuova pagina sono arrivate, nell’agosto dell’anno passato, Officine Mak. Nel corso degli ultimi 12 mesi una spesso faticosa trattativa su una bozza di progetto: sull’area centrale arriveranno case, verde, servizi e parcheggi, alle porcilaie spazi commerciali. L’altro giorno, la definitiva acquisizione. Da parte dell’amministrazione, subito, una nota: "Finalmente si ricomincia da dove ci siamo fermati tanti anni fa. Si rimargina una grossa ferita del territorio, in particolare nell’area del centro storico e stazione ferroviaria, dove partiranno interventi di bonifica e riqualificazione". E poi, i quattrini: "Il Comune rientrerà in possesso di ingenti risorse economiche a fronte di oneri tributari mai riscossi e a carico della società fallita". Il grazie "all’operatore che ha deciso di investire nel nostro territorio". La cessione riguarda entrambi i lotti dell’area dismessa: 29mila metri quadrati per circa 88mila metri cubi edificabili il lotto centrale in zona stazione, che ospitò lo storico stabilimento; 20mila metri di superficie per 60mila di volumetria edificabile la Suinopoli Molgora decentrata, il complesso delle ex porcilaie sulla Cerca.Monica Autunno