
Da sinistra Francesco Marchi (l’ex poliziotto), Marco Ognissanti (l’ex brigatista)
Milano - Lo sfondo è quello della metropoli negli anni di piombo. Protagonisti e luoghi hanno nomi diversi, ma le vicende si possono riconoscere. La sparatoria in via Vallazze dove i Nar freddarono due poliziotti nell’ottobre dell’81. E quell’altro ucciso da Prima linea in zona Centrale un mese dopo. L’agguato dei Pac di Cesare Battisti all’agente della Digos Andrea Campagna qualche tempo prima. Ci ha pensato quarant’anni prima di scriverlo, ma E il Rosso intonò una canzone non è un romanzo come altri ambientati nella città di quegli anni insanguinati. Francesco Marchi, l’autore oggi 62enne, tra il 1979 e il 1982 è stato un giovane agente della Digos in servizio proprio in città. E poi, a presentare il romanzo insieme a lui (a Milano saranno martedì 29 novembre alla Libreria Popolare di via Tadino) c’è anche Marco Ognissanti, un ex brigatista poi dissociato, arrestato e condannato non per fatti di sangue. Un ex terrorista che dunque ha vissuto quegli stessi anni dall’altra parte della barricata rispetto a Marchi e che, fra l’altro, è una specie di figlio d’arte. Sua madre infatti è Petra Krause, oggi 83enne, l’italo tedesca che a metà anni ’70 finì anche in carcere con l’accusa di far da tramite nel passaggio di armi tra Italia e Germania, tra Brigate rosse e Raf, organizzazione gemella attiva su suolo tedesco.
«All’inizio l’intenzione era di scrivere un’autobiografia - confessa Marchi - ma credo che non ne sarei stato capace". Nel protagonista della storia però, com’è inevitabile, c’è molto del giovane poliziotto di allora, capitato in una sorta di prima linea di una guerra dichiarata solo da una parte, quella terrorista, ma dove lo Stato talvolta non pensava solo a difendersi. "Molti di noi, in particolare della Celere e della Digos, erano visti come fascisti e picchiatori anche da cittadini che non avevano alcuna simpatia per le Brigate rosse". La realtà era piuttosto diversa racconta Marchi che, come il protagonista del suo romanzo, si trovò poco più che ragazzino tra rapine, attentati, uccisioni. "Teste calde ce n’erano - ha spiegato - ma nella sezione dove ho operato la maggior parte dei colleghi era di sinistra". L’ex agente Digos conobbe casualmente anni dopo (divenendone amico) l’ex br Ognissanti, arrestato a Ravenna dagli uomini del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa dopo il “pentimento“ di Patrizio Peci. Giovanissimo era stato molto amico di Walter Alasia, il ragazzo Br di Sesto San Giovanni che uccise due poliziotti prima di essere a sua volta colpito a morte.