Evasione carcere minorile Beccaria Milano: uno dei 7 evasi si costituisce, 2 già presi

Il detenuto sarebbe stato convinto a tornare in carcere dai familiari. Altri due sono già stati presi. Posti di blocco in tutta la città. I detenuti hanno approfittato dei lavori in corso per aprirsi un varco nella recinzione. I sindacati parlano di "evasione annunciata"

Milano, 26 dicembre 2022 -Si è costituito uno dei sette detenuti fuggiti (tre dei quali maggiorenni), dall'Istituto penale per minorenni "Cesare Beccaria" di Milano, nel pomeriggio di Natale. Il giovane sarebbe stato convinto a tornare in carcere dai familiari. Dato che altri due erano già tornati nella notte (il primo scovato grazie alla segnalazione della nonna da cui si era rifugiato, e l'altro convinto dalla sorella), ora all'appello ne mancano quattro, ma la cattura potrebbe essere imminente. La ricostruzione di quanto accaduto porta all'immaginario vere e proprie scene da film: approfittando di lavori nell'istituto, i sette avrebbero scavalcato la recinzione (non si escluderebbe anche l'utilizzo di un lenzuolo) dandosi quindi alla macchia. Alla scoperta dei sette evasi, è scoppiato un vero e proprio tumulto nel carcere minorile, con tanto di materassi dati alle fiamme e, sembrerebbe, con quattro agenti intossicati dal fumo dei roghi e che hanno dovuto ricorrere alle cure mediche. La tensione, in questo momento, è massima, con alcune aree di Milano presidiate dalle forze dell'ordine alla ricerca degli evasi, mentre tutti gli agenti reperibili sono rientrati in servizio. Inevitabili le polemiche per quanto accaduto: mentre il ministro delle Infrastrutture e leader della Lega, Matteo Salvini, si dice "sconcertato" per l'accaduto, i sindacati di polizia penitenziaria puntano l'indice contro le carenze di organico.

Le ricerche

Tuttora in corso le ricerche con posti di blocco in tutta la città. I ragazzi coinvolti della fuga hanno tra i 17 e 19 anni, si tratterebbe di cinque italiani, un ecuadoriano e un marocchino, secondo alcune fonti di informazione, in cella per reati contro il patrimonio.

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La dinamica della fuga

Stando alle prime ricostruzioni, i giovani detenuti avrebbero rotto una protezione in legno, sembra già cedevole, del cantiere attivo da anni, e sei sono saliti sulle impalcature per poi calarsi da un muro più basso rispetto a quello che circonda l'Istituto Beccaria di Milano. Uno, invece, per calarsi, come nei film, avrebbe utilizzato un lenzuolo. Quando hanno deciso di fuggire, sembra non in modo preordinato, si trovavano nel campo di calcio. Successivamente, alcuni dei detenuti hanno inscenato una plateale protesta incendiando alcuni materassi e rendendo necessario l'intervento di diverse squadre dei vigili del fuoco. In tarda serata la calma era ristabilita.

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Le inchieste

Lunedì mattina, intanto, è giunto nel penitenziario il presidente del Tribunale dei Minori Anna Maria Gatto con un magistrato di sorveglianza. "Siamo venuti a verificare la situazione" ha detto Gatto.  Dopo di lei, è arrivato il sottosegretario alla Giustizia con delega al trattamento detenuti e agli istituti minorili, Andrea Ostellari insieme a Giuseppe Cacciapuoti, direttore generale del personale del Dipartimento per la Giustizia Minorile. In attesa che altri evasi siano rintracciati o si presentino alla porta dell'Istituto le inchieste muovono i primi passi: quella della Procura dei Minori, diretta da Ciro Cascone, in cui un sostituto ha già effettuato un sopralluogo, raccogliendo le necessarie informazioni; quella della Procura ordinaria, per i maggiorenni e quella, infine, interna all'Amministrazione penitenziaria che dovrà anche anche ricostruire la vicenda del cantiere 'perenne'. Rimane infine il fascicolo riguardante i disordini scoppiati nel carcere dopo la notizia del buon esito della fuga, con danneggiamenti e incendi nelle camerette.

Don Rigoldi: "Riporterò a casa quei ragazzi"

"Mi telefoneranno e li porterò indietro". Don Gino Rigoldi, storico cappellano dell'Istituto minorile Beccaria, ne è convinto. Davanti al carcere, l'ex cappellano dell'istituto si augura che questa vicenda "dia uno scossone" al Ministero per un carcere in cui "manca un direttore da 20 anni e ci sono lavori da 16". "Questo scossone forse fara' risvegliare il ministero - ha detto il sacerdote -  e il nuovo ministro per mettere a fuoco la situazione del Beccaria che e' in ombra da circa vent'anni. Con il primo direttore Salvatore abbiamo fatto il carcere modello a Milano e in Europa del minorile. Via lui e' stato un rotolare continuo di facenti funzioni che ha smontato un po' il lavoro fatto. Serve che ci siano operatori in numero adeguato, competenti e soprattutto che sia capaci di lavorare in equipe"

Disordini e incendi appiccati nel carcere minorile Beccaria
Disordini e incendi appiccati nel carcere minorile Beccaria

Garante detenuti: "Spacconata impulsiva"

L'evasione ieri di sette ragazzi dal carcere minorile Beccaria di Milano è stata "una spacconata di carattere impulsivo" secondo il garante dei detenuti del Comune Francesco Maisto. "I problemi del Beccaria - ha detto all'Ansa- sono due, amaramente cristallizzati nel tempo" ovvero la mancanza di un direttore e i lavori che proseguono da anni. "Da 15 anni non c'è un direttore stabile e la mancanza di una guida sicura ha degli effetti. Pur nella professionalità, c'è stato un turn over di reggenti" che hanno già altri incarichi di cui occuparsi e che in più "sono direttori di istituti penali per adulti, mentre il direttore di un istituto minorile deve avere una formazione diversa". E da almeno altrettanti anni "c'è una situazione di lavori in corso. Non a caso questi ragazzi sono scappati togliendo una tavola dello steccato dove ci sono i lavori in corso" ha spiegato Maisto. "Il Beccaria - ha concluso - ha bisogno di diritti e tempi certi per dire 'i padiglioni ristrutturati sono questi e resteranno questi', cosa che adesso non si sa".

"Evasione annunciata"

Di "evasione annunciata" parla Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria: "La grave vicenda porta alla luce le priorita' della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della polizia penitenziaria del Beccaria". "Da molto - ha continuato -, troppo tempo arrivano segnali preoccupanti dall'universo penitenziario minorile:  Beccaria, Casal del Marmo a Roma, Nisida, Bologna, Airola, abbiamo registrato e registriamo, con preoccupante frequenza e cadenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minori d'Italia. Nessun provvedimento è stato assunto, nonostante le reiterate sollecitazione del Sappe. Ed e' per questo che ci stupiamo di chi 'si meraviglia' se chiediamo una revisione della legge che consente la detenzione di ristretti adulti fino ai 25 anni di eta' nelle strutture per minori". Stessa linea per Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria: "Da qualche tempo, molte delle problematiche che investono le carceri si ritrovano anche negli istituti per minori". E ha ricordato come "per ragioni connesse anche al sovraffollamento nelle carceri", l'eta' dei ristretti possa arrivare "fino 25 anni". "In particolare - ha continuato - sono in vorticoso aumento i casi d'aggressione agli operatori, di sommosse e, come in questo caso, di evasione. Cio' e' evidentemente imputabile a una serie di fattori che vanno dal sostanziale disinteresse della politica prevalente e dei governi alle vicende penitenziarie a scelte poco oculate, quale appunto l'innalzamento del limite d'età che consente la detenzione nelle strutture minorili, sulle quali si abbatterà anche la scure della legge di bilancio in corso di approvazione con ulteriori tagli".

Le polemiche

Una situazione che ha fatto sbottare il sindaco Giuseppe Sala:"«Non c'è proprio più spazio per chiacchiere o affermazioni generiche di 'sconcerto'.Il Beccaria era un carcere modello. Lo era nel passato, in un passato ormai remoto. Da quasi vent'anni non c'è un direttore, e ce la si è cavata con dei 'facente funzionè. Da una quindicina d'anni ci sono lavori in corso, che non finiscono mai".  In modo diverso tutti, però, da don Rigoldi, al sottosegretario Ostellari, a Giuseppe Cacciapuoti , direttore generale del personale del Dipartimento per la Giustizia minorile, al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ritengono che questo episodio imponga, in via definitiva, una riflessione più ampia sugli istituti minorili. "Il carcere dei minori deve essere il carcere dei minori, non dedicato a soggetti che magari hanno 24 o 25 anni", come è ora, ha spiegato Ostellari il quale, sul cantiere 'trampolino', ha dteto che il Ministero delle Infrastrutture ha già dato il via libera per la conclusione dei lavori. Cacciapuoti, da parte sua, ha annunciato  che l'Amministrazione è pronta all'assunzione di nuovi educatori e che a settembre hanno cominciato la loro formazione, dopo venticinque anni, 57 nuovi direttori per gli istituti penitenziari. Anche il Beccaria, quindi, avrà un direttore, Il sistema minorile, per Cacciapuoti, rappresenta "un terminale di carenze e criticità che investono anche altri comparti e su cui dovremo confrontarci". 

Quanti sono i giovani detenuti in Italia

L’agenzia di stampa Agi fa sapere che sono 400 attualmente i detenuti negli istituti penali per minorenni. Si tratta di 390 uomini e dieci donne. 27 hanno tra 14 e 15 anni, 179 tra 16 e 17 anni, 135 tra 18 e 20 anni e 59 tra 21 e 24 anni. 199 sono italiani e 201 stranieri. Il ministero della Giustizia conta anche i cosiddetti "giovani adulti" – ragazzi tra i 18 e i 24 anni compiuti – la cui presenza negli istituti per minori «ha assunto nel tempo un’importanza crescente». Il maggior numero di detenuti (50) si trova al Nisida; 45 sono sia a Bologna che a Roma, 42 a Milano, 37 ad Airola (Benevento), 35 a Torino e 29 a Catania. Gli ingressi sono stati 1.459 dal primo gennaio 2022, 381,6 le presenze medie giornaliere.

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