GIULIA BONEZZI E MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Incendio Rsa di via dei Cinquecento. Ospiti spostati in altre strutture: moglie ad Arconate e marito al Trivulzio

L’Areu ha impiegato 70 mezzi tra ambulanze e pulmini e più di 130 tra volontari e operatori per trasferire oltre 150 sfollati dai Coniugi e dagli ospedali nelle nuove strutture trovate da Ats

I parenti di alcuni ospiti portano via gli averi dei loro cari

Milano, 9 luglio 2023 –  Sacchetti e carrelli escono stracolmi di vestiti, libri e pupazzi che per gli anziani ospiti della Rsa Casa per Coniugi di via dei Cinquecento al Corvetto rappresentano tutto il loro mondo.

Ieri i parenti hanno ritirato i loro averi dalle camere che dalla notte tra giovedì e venerdì sono inagibili a causa dell’incendio che ha ucciso sei persone e ne ha intossicate 81. Per portarli nelle strutture alternative dove i “nonnini” sono stati smistati: una necessità ma anche un modo per confortarli nei nuovi ambienti, in cui si sentono spaesati.

Sabato notte le operazioni sono andate avanti fino all’una e sono riprese all’alba. Per l’esodo di poco meno di settanta intossicati dimissibili da quindici ospedali tra Milano, l’hinterland e la Brianza, e di più di ottanta degenti in un’altra ala, non interessata dall’incendio ma parimenti inagibile, della Rsa di proprietà del Comune gestita dalla cooperativa Proges di Parma, l’Areu ha istituito un’unità di crisi, coinvolto le centrali Cretac e Nea 116.117, impiegato 22 ambulanze con 44 soccorritori, 20 pulmini con 40 volontari di Anpas, della Croce rossa e Bianca, sei mezzi della Protezione civile con oltre trenta operatori e venti mezzi forniti dal Comune di Milano. In via dei Cinquecento il nuovo giorno è stato scandito dalle processioni dei familiari degli anziani e degli abitanti del quartiere, che hanno lasciato fiori vicino all’ingresso della Casa per Coniugi. Per le vittime e per i sopravvissuti che stanno vivendo un trauma.

Come Elena, 77 anni, del Nucleo 6 (quello interessato dalle fiamme), che racconta la sua "notte infernale". "Mi sono svegliata perché mi bruciavano gli occhi, sono andata in bagno per sciacquarmi il viso. Un vigile del fuoco mi ha presa di peso e mi ha portata in strada, avvolgendomi in una coperta termica". Poi è stata ricoverata al San Paolo per gli accertamenti e ieri è stata accompagnata all’Istituto Palazzolo della Fondazione Don Gnocchi. A occuparsi di lei, i cugini: "Sono venuto a prendere i vestiti di Elena – spiega Marco Z. – e ho dovuto fare due viaggi: la prima volta erano in corso i rilievi dei vigili del fuoco e mi sono ripresentato nel pomeriggio. L’impressione è che ci sia molta confusione". Ma l’importante, aggiunge, è che la cugina stia bene: "Ho sentito la notizia in televisione alle 5.30 e alle 6 ero già davanti alla Rsa in via dei Cinquecento dove mia cugina viveva da 8 mesi perché non era più autosufficiente dopo essersi rotta prima il femore destro e poi il sinistro. All’inizio nessuno mi dava informazioni, poi ho saputo che Elena era stata ricoverata al San Paolo". Ieri l’ha accompagnata al Palazzolo: "La trovo in buone condizioni, anche se ha ancora delle tracce di fuliggine addosso e sul cellulare".

Non tutti sono contenti della sistemazione provvisoria: "Questo posto si chiama “Casa per Coniugi”, mia madre di 85 anni e mio padre di 89 erano in camera insieme ma ora sono stati separati: lei mandata ad Arconate e lui al Pio Albergo Trivulzio – racconta una figlia, spingendo un carrello pieno di oggetti dei genitori –. Un disagio per noi figli ma soprattutto una sofferenza per loro". In realtà l’indicazione dell’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso è stata di trovar posto nella stessa struttura non solo agli ospiti sposati, ma anche alle “coppie di fatto”, gli anziani che hanno manifestato il desiderio di rimanere insieme. Ciò, ovviamente, compatibilmente con i bisogni sanitari di ciascuno, dato che a guidare il puzzle affidato all’Ats Metropolitana dovevano essere le cartelle cliniche, e con i posti messi a disposizione: non è banale trovare in mezza giornata oltre 150 letti in strutture per entrare nelle quali, normalmente, c’è la lista d’attesa. Un "grande sforzo che ha consentito agli anziani di tornare presto in un ambiente protetto e sereno", hanno sottolineato il governatore Attilio Fontana e l’assessore Bertolaso ringraziando "l’Ats, le donne e gli uomini dell’Areu e della Protezione civile di Milano".

Oltre alle Rsa Adriano e Virgilio Ferrari, gestite dalla Proges, agli ex degenti dei Coniugi hanno aperto le porte il Trivulzio (tra il Nucleo Alzheimer che ne ha accolti 12, altre Rsa milanesi e Merate), il Golgi Redaelli, la Fondazione Don Gnocchi in diverse strutture, la Famagosta, la Santa Caterina di Settimo Milanese, altre residenze a Vimodrone, Lainate, Arconate e la Fondazione Boni di Suzzara in provincia di Mantova. Solo due persone sono state accolte a casa da parenti in grado di accudirle. "Ora occorrerà far luce sulle cause dell’incidente. Chi non ha osservato le regole deve assumersi le proprie responsabilità, affinché una simile tragedia non debba più accadere – hanno aggiunto Fontana e Bertolaso –. Noi vigileremo ancor più di prima".