Maltrattamenti e abusi: ora gli spetta l’eredità della moglie Carmelina Lizzio

Corsico, la figlia Desirée Gullo: "Mio papà non la merita: chi può cambi quella legge". E in migliaia firmano la petizione

Desirée Gullo 30 anni vive a Corsico

Desirée Gullo 30 anni vive a Corsico

Corsico (Milano) - È una storia di dolore, di lacrime e rabbia. Desirée Gullo vive a Corsico, hinterland milanese. Ha 30 anni, occhi neri profondi che diventano liquidi quando ricorda mamma Carmelina, radici siciliane, donna forte, di quelle che si rimboccano le maniche e lavorano sodo, per non far mancare niente alle figlie. Così ha vissuto Carmelina Lizzio, facendo i debiti per dare alle sue due bambine un tetto sicuro, lontano dal padre che le molestava. Una vita di paura e sacrifici. Poi il covid se l’è portata via a neanche 63 anni, lasciando le figlie nello strazio, con il cuore spezzato. Una sofferenza che si è tramutata in rabbia, perché quel padre violento, condannato per molestie, abusi sessuali e maltrattamenti domestici, ora che la moglie da cui si era separato oltre 20 anni fa è morta, intasca quasi mille euro della sua pensione di reversibilità e ha diritto a un terzo della casa che Carmelina aveva comprato con sacrificio. Una violenza dentro la violenza per lei.

Cosa ha deciso di fare?

"Ho lanciato una petizione su Change.org e sono già oltre 35mila le firme in poche settimane. Vorrei sensibilizzare su un problema che a quanto pare vivono in molti ma c’è tanta rassegnazione da parte delle vittime e queste ingiustizie rimangono nascoste. Dopo la petizione, decine di persone, tanti giovani, mi hanno scritto che vivono la stessa cosa ma che non hanno mai avuto modo di tirarla fuori".

E lei perché ha deciso di farlo?

"Perché mia madre mi ha insegnato a combattere contro le ingiustizie. È stata lei a denunciare mio padre, ha avuto coraggio e ha affrontato le ritorsioni, le minacce, i pedinamenti. Lei ha sempre combattuto per noi, per proteggerci".

Che persona era sua madre?

"Una donna forte che ha insegnato a me e a mia sorella l’educazione, la gentilezza, ma anche ad avere carattere. Era impiegata all’Auchan, dopo tanti anni di sacrifici era finalmente arrivata alla pensione. Poi si è ammalata"

Quando è successo?

"Era dicembre del 2020. Ha preso il covid ed è stata male un mese, poi in ospedale le hanno riscontrato una patologia che non sapeva di avere. Si è aggravata in pochi giorni e ci ha lasciate. Ora la beffa: mio padre ha tutti i diritti di successione nonostante sia stato condannato e abbia scontato un anno di carcere per gli abusi".

Come è possibile?

"È la legge, anche se assurdo. I miei genitori erano solo separati, mia mamma non riusciva a sostenere le spese del divorzio e quindi risultano ancora sposati, nonostante la separazione. I reati sono prescritti: sono passati 20 anni. Abbiamo sentito gli avvocati per escluderlo dalla successione ma non c’è nulla da fare".

In che rapporti è con suo padre?

"Non ha mai provveduto a noi, non ha pagato neanche il risarcimento imposto dalle sentenze. Non lo sentivo da anni, l’ho dovuto chiamare per questa faccenda. Gli abbiamo chiesto di rinunciare almeno alla quota della casa di mia mamma e tenersi la pensione. Niente da fare: per la legge siamo tre eredi, nonostante gli abusi subiti quando eravamo piccole, le violenze, i maltrattamenti a noi e a mamma".

Che cosa chiede attraverso la petizione?

"Che chi ne ha il potere cambi queste leggi. Questi reati non devono essere prescritti: alle vittime minorenni deve essere concesso il tempo di rivalersi per le violenze subite. E poi, non possono essere tutelati i diritti di successione ai colpevoli di abusi in famiglia".

Lei fa l’educatrice ora, cosa l’ha spinta a intraprendere questo percorso?

"Tanta forza e la voglia di combattere contro le ingiustizie. Lo devo a mia mamma".

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