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Milano, sindaco Sala: "Ricandidarmi? Mio mandato non finito, ancora 9 mesi di impegno"

In un lungo post su Facebook, il primo cittadino: "A ottobre chiamerò la città ad una riflessione sul futuro"

Giuseppe Sala

Milano, 4 settembre 2020 - Nel mese di "ottobre chiamerò i milanesi a una riflessione collettiva sul nostro futuro. Non si  tratterrà di una discussione vana, di un'ennesima edizione di Stati Generali". E' quanto ha annunciato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sulla sua pagina Facebook, dove in un lungo post ha parlato della città dopo l'emergenza Covid e dell'ultimo anno del suo mandato da sindaco.

Questa riflessione non sarà "un brainstorming in cui si discute di tutto come se si partisse da zero. Piuttosto la presentazione del nostro progetto, partendo da quanto fatto e pronti ad accogliere censure, emendamenti, idee migliorative sul futuro - ha spiegato -. Con un processo serio, strutturato e molto esteso che metterà tutte le rappresentanze, le competenze e le volontà pubbliche e private a confronto. Noi abbiamo a lungo riflettuto su quale città vogliamo essere. Studieremo insieme come percorrere le strade della nuova normalità". "Tutti sono invitati, a patto che siano animati dalla volontà di mettere a disposizione le proprie competenze e da un sincero amore per questa città. Milano, la nostra città", ha aggiunto Sala. 

E proprio riguardo al futuro, il sindaco affronta l'argomento delle elezioni comunali del 2021, ma senza dare certezza su una sua possibile ricandidatura : "Capisco che la prospettiva delle elezioni faccia sorgere domande, ma sono convinto che oggi il mio dovere è dare un indirizzo a un percorso di crescita sostenibile in termini di opportunità di lavoro, di formazione, di servizi, di rispetto per l'ambiente, di accoglienza e di equità sociale. Il mio mandato non è finito, ho davanti 9 mesi di impegno per la mia città. Nel frattempo rimango assolutamente concentrato, come ritengo la gestione della candidatura di Milano come sede del Tribunale Unificato dei Brevetti possa dimostrare".

Il rpimo cittadino ha continuato: "Stiamo vivendo un tempo complesso. Il virus genera ancora domande e preoccupazioni per ognuno di no. La partenza della scuola è un primo appuntamento cruciale per verificare quanto abbiamo imparato a convivere con questa situazione. Ma proprio in questi momenti di incertezza io credo non si debba smettere di guardare al futuro. Partendo da alcuni punti fermi". Da qui la riflessione di Sala secondo il quale "Milano ha certamente pagato un prezzo alto a questa pandemia in termini di lutti, di dolore e di sacrificio. Ma possiamo dire che la città ha resistito, che sarebbe certamente potuto andare peggio, con implicazioni molto pesanti per la Lombardia e il resto del Paese". Secondo il sindaco "molte possono essere le spiegazioni" e "una di sicuro è la grande dedizione agli altri che anche in questa situazione le milanesi e i milanesi hanno saputo dimostrare, giorno dopo giorno, proteggendo al meglio le vite degli anziani, dei più deboli, dei meno avvantaggiati. Con una regia dell'amministrazione comunale che si è sempre fatta sentire".

"Rimane però il fatto - ha aggiunto - che anche Milano dimostra di aver bisogno della definizione di strategie urbane e di gestione della vita cittadina che possano rimettere la salute delle persone e la qualità della vita al centro delle nostre decisioni e dei nostri investimenti". "In questa prospettiva - afferma ancora Sala - invito quanti mettono in dubbio la validità del metodo Milano a non confondere il fatto che le stagioni cambiano ma i valori e le qualità di base rimangono. Milano può contare sul connubio tra le sue istituzioni e un tessuto di università e centri ricerca, di imprenditoria e creatività, di cultura, di impegno civico e solidarietà che ne fanno una città basata sulla più ampia e fruttuosa collaborazione tra pubblico e privato".

"Certo - ha concluso Sala - ci sono una serie di questioni ancora tutte da affrontare. Ne cito una, a titolo di esempio. Gli affitti a Milano sono troppo alti e rischiano di portare parte della popolazione più giovane a dover lasciare la città. Una soluzione non è facile da individuare, essendo tecnicamente non semplice inserirsi in accordi tra privati. Ma ci lavoreremo, su questo e su altro".