Regionali, Renzi avvisa il centrodestra: "Occhio a sottovalutare Gori"

Il candidato: sfida combattuta ma vinceremo, di poco

Giorgio Gori

Giorgio Gori

Milano, 15 gennaio 2018 - Matteo Renzi e Giorgio Gori lanciano a Lega e Forza Italia un avviso di sfratto da Palazzo Lombardia. In vista delle elezioni Regionali del 4 marzo, il minimo comune denominatore degli interventi succedutisi ieri mattina al Teatro Parenti è «ottimismo». Oltre a Renzi e Gori, presenti anche il sindaco Giuseppe Sala e Carlo Calenda, ministro allo Sviluppo Economico. Un poker riunito sotto l’egida «Obiettivo Governo: Milano, Lombardia, Italia». È il segretario nazionale del Pd a rivolgersi esplicitamente «agli avversari del centrodestra» per inviar loro un avvertimento: «Occhio a sottovalutare Gori. Lo avete fatto a Bergamo e avete visto come è andata a finire». Il riferimento è alle Comunali del 2014, quando l’attuale candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione sconfisse il sindaco uscente Franco Tentorio. Poco prima era stato lo stesso Gori a lasciare ai suoi un pronostico: «Sono convinto che sarà una partita molto combattuta ma che vinceremo. Di poco. Dobbiamo essere ambiziosi e ottimisti, dopo 23 anni di governo di centrodestra abbiamo la possibilità di voltare pagina. In giro per la Lombardia, la gente aspetta un cambiamento perché vive tutti i giorni i limiti della gestione attuale del territorio».

Ottimismo, certo. Ma anche unità. A due giorni dal gran rifiuto opposto da “Liberi e Uguali”, il Pd fa quadrato tra le sue anime. Renzi, all’inizio del suo intervento e in risposta ad una simpatizzante seduta in platea, sottolinea di non voler fare polemica con nessuno. Parole che il segretario ripete anche prima di salutare la folla del Parenti: «Basta polemiche». Scene d’altri tempi, se solo questi non fossero tempi elettorali, vedere l’ex premier lodare Sala per l’Expo e per il dopo Expo. Tra i due ultimamente era calato il gelo. Scene d’altre tempi vedere Renzi lodare anche lo stesso Gori o, non ultimo Calenda. Non a caso il segretario parla di «comunità Pd», invitando di nuovo il centrodestra a non prenderla sotto gamba.

Da parte sua, Gori esprime la visione di una Regione che torni a curare la «regia» - parola ripetuta spesso - sulle partite più delicate che coinvolgono le istituzioni. «In questi anni la Regione ha ostacolato i Comuni che si prendevano cura dell’accoglienza dei migranti, si è tirata fuori da questa partita, è stata assente: con me tornerà a curare la regia di percorsi di inclusione». Altrettanto vale per l’ambiente: «Non si può andare avanti con i divieti ad alcune categorie di auto, bisogna mettere in calendario la data in cui sarà vietato circolare con mezzi alimentati a combustibili fossili». L’impegno nuovo è «integrare con fondi regionali il reddito di inclusione, attraverso la stesura del più grande piano di sostegno alle povertà che sia mai stato fatto». Non ultima la necessità di «rilanciare l’istruzione tecnica e la formazione professionale». Sala lancia invece un messaggio a quanti si candideranno alle Politiche nei collegi milanesi: «Chiedo al segretario del Pd che chi sarà scelto per candidarsi a Milano, sia esso milanese o no, si ricordi da dove è partito. Milano non è un tram che si prende per andare a Roma e poi ce lo si dimentica».

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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