Valeria
Mongillo*
Milano, la mia prima protagonista vincitrice di questa “nuova prima”, silenziosa e con il fiato sospeso ha chiuso lo spettacolo sulle note emozionanti, di gioia e speranza di Rossini in “Tutto cangia, il ciel s’abbella”, finale da Guglielmo Tell.
La chiusura in do maggiore in un clima di ottimismo e di rinascita.
Altro protagonista indiscusso di questa Prima è ancora una volta Davide Livermore, alla sua terza Prima consecutiva, con scenografie cinematografiche e minimaliste, quasi a rafforzare il legame sempre più insito tra teatro e cinema che si propone di mostrare ed indagare questa filiazione, oscillante tra una matrice teatrale e una produzione cinematografica.
Uno specchio d’acqua che accompagna tutte le scene oltre giochi di “led wall” di grande bellezza a integrare la scenografia.
Tra questi spicca sicuramente il quadro impressionista animato con le onde che si infrangono sulla sabbia nello sfondo realizzato durante l’interpretazione magica del soprano Lisette Oropesa in “Regnava nel silenzio” tratto da Lucia di Lammermoor di Donizetti.
Tra gli stilisti il mio vincitore è senza alcun dubbio Giorgio Armani con l’abito di Marianne Crebassa in “Habanera” da Carmen, un abito che ricorda un fiore che si apre appassionato.
E poi un Roberto Bolle straordinario che ha danzato sulle note di “Waves”, in un gioco di luci, di leggerezza e di colori da lasciare senza fiato.
La coreografia messa in scena da Bolle era una delle più attese, visto l’unione di tecnologia e tradizione, e non ha sicuramente deluso in questo incontro riuscito alla perfezione tra modernità e storia.
E quindi uscimmo a riveder le stelle, curando anche il cuore in questa celebrazione della nostra cultura italiana nel Mondo.* Manager di Eos Im
membro del Cda
di Fondazione Milano
per la Scala e referente
del Gruppo Giovani