REDAZIONE MILANO

"È stata dura resistere E adesso le bollette..."

Il lungo stop all’attività ("Ho riaperto a febbraio 2022 dopo aver chiuso in due anni per sei volte"), il peso dei tributi fiscali e la partita onerosa delle soluzioni anti-Covid sono costati cari a Edward Coffrini Dell’Orto, amministratore dell’Admiral Hotel di via Domodossola, che è stato sul punto di vendere la struttura di famiglia all’inizio dell’anno. Fu suo nonno, il cavalier Luigi dell’Orto, soprannominato il "genio dei carburatori", a inaugurare mezzo secolo fa il 4 stelle. "L’affare è saltato perché il compratore voleva che svendessi l’attività, poi ha cominciato a fare melina e si è pure eclissato all’ultimo momento. Negli ultimi due anni e mezzo, ho conosciuto il peggio dell’avidità umana", spiega l’albergatore, noto al pubblico come "bondologo", avendo una delle più ampie collezioni al mondo sull’agente 007, forte di oltre 6mila pezzi, in parte esposti anche in hotel.

Nell’aprile 2020, quando il nuovo ospedale allestito in extremis in Fiera iniziò ad accogliere i primi pazienti Covid, l’Admiral, che si trova in zona City Life, aprì le porte per accogliere gli infermieri. "Avevo bisogno delle mascherine per i miei dipendenti, ma non si trovavano o avevano prezzi stratosferici anche all’ingrosso. Sono dovuto andare in provincia di Como per recuperare le chirurgiche a un prezzo che allora giudicavo calmierato, un euro l’una. Mi ricordo che mi fermarono pure gli agenti. In totale, per i vari dispositivi di protezione, disinfettanti, misuratori di temperatura, sanificazioni e altro, in oltre due anni abbiamo speso circa 40mila euro. Ristori ne abbiamo ricevuti complessivamente, anche per le chiusure, per 70mila euro. In compenso, mi sono arrivate imposte e bollette del valore complessivo di 215mila euro, nonostante il crollo del fatturato dell’80%", riassume Coffrini Dell’Orto. A gennaio di quest’anno esasperato, il proprietario dell’Admiral appese un cartello fuori dall’albergo: "Chiusi fino a quando governo e sindaco smetteranno di ucciderci con tasse e green pass errati", con riferimento al fatto che non avesse ricevuto il certificato verde pass nonostante la guarigione. Poi la risalita della china, con la riapertura a febbraio. Nell’ultimo weekend, sono andati in scena i festeggiamenti per i 50 anni di attività: "Ma è dura resistere. Finita un’emergenza, ne è già subentrata un’altra: la bolletta dell’elettricità è passata da 3mila a 16mila euro al mese".

A.L.