Due tesiste lanciano il sondaggio: "Aiutateci a salvare l’ex Cartiera"

Due studentesse di Architettura a Ferrara lavorano alla rigenerazione della storica Cartiera Binda di Vaprio d'Adda, chiusa da 18 anni. Il progetto prevede la trasformazione dell'area in un museo con laboratori, coinvolgendo la comunità locale.

Due tesiste lanciano il sondaggio: "Aiutateci a salvare l’ex Cartiera"

Due tesiste lanciano il sondaggio: "Aiutateci a salvare l’ex Cartiera"

Tenta una seconda vita la “cattedrale“, il cuore della vecchia fabbrica, un colpo d’occhio suggestivo per il visitatore. A offrirgliela contribuiranno due studentesse di Architettura a Ferrara, al lavoro sulla rigenerazione della Cartiera Binda, storica gloria industriale di Vaprio, chiusa ormai da 18 anni e adesso alla ricerca di una nuova destinazione. Le laureande faranno la tesi proprio sul sito e l’Amministrazione chiede "a tutti di collaborare con le ricercatrici - spiega il vicesindaco Paolo Margutti -, il loro studio servirà per mettere a fuoco i desideri dei vapriesi". Le tesiste infatti hanno preparato un sondaggio a tappeto per tastare il polso al borgo sul futuro dello stabilimento dismesso. "Ha un passato glorioso che risale a metà Settecento – ricorda Margutti –. Ha chiuso lasciando la gente per strada e quell’operazione segnò la fine di un’epoca e l’avvio di una nuova era". Niente più grossi stabilimenti, ma questa è un un’altra storia. Al suo posto le studentesse sognano un museo con laboratori, "certamente l’Amministrazione dovrà riconnettere l’area a tutto il resto", ancora Margutti e su cosa ne sarà davvero la partita è aperta: "La proprietà è privata, bisognerà capirne le intenzioni". Fra le sue mura è passata la storia dell’industria nazionale. La Cartiera è nata prima della Rivoluzione francese, era il 1748 quando il conte Paolo Monti aprì qui una "folla da carta", dove la materia prima erano stracci e utilizzava la roggia Molinara, prima deviazione del Naviglio dopo l’incile di Concesa. L’insediamento fu caldeggiato dallo Stato di Milano per tramite dell’Università dei Cartari, l’obiettivo era sopperire alla carenza di carta per documenti pubblici, che obbligava le autorità a importarla da Venezia. A fine Settecento subentrano i frati Cistercensi di Sant’Ambrogio a Milano, cioè il governo austriaco, e nel 1838 l’impianto migliorò la propria efficienza dotandosi di motori a vapore. A metà Ottocento passò alla società Maglia e Pigna, a cui seguì nel 1875 la Ambrogio Binda. Una gestione che ampliò, fino a fare di Vaprio una delle principali realtà della produzione nel panorama italiano. Poi, il declino fino allo stop definitivo nel 2007 sotto la Munksjö Paper.

Barbara Calderola

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