
Anche minorenni tra i giovani spacciatori
Milano, 6 dicembre 2020 - Ragazzini, poco più che bambini, “schedati” come assuntori di sostanze stupefacenti. Le prime denunce per droga scattano già alle scuole medie, punta dell’iceberg di un fenomeno sommerso, che sfugge alle statistiche e si riflette in problemi di tossicodipendenza che si aggravano con lo scorrere degli anni, quando la via d’uscita dal tunnel diventa sempre più stretta. Un disagio che esplode in episodi come l’omicidio del 42enne Cristian Sebastiano, accoltellato a Monza da due ragazzini di 14 e 15 anni, sullo sfondo lo spaccio di cocaina. Dai dati sulla Lombardia estrapolati della corposa Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia emerge un quadro allarmante, sia per la diffusione sempre più capillare delle sostanze stupefacenti nella regione sia per l’età del primo approccio alla droga, in alcuni casi 12 anni. E "le conseguenze sociali ed economiche della pandemia da Covid-19", si legge nel documento, avranno "un impatto di medio e lungo periodo più gravoso sulle popolazioni vulnerabili ed emarginate, che sono anche quelle maggiormente esposte ai rischi dell’uso di sostanze".

La Lombardia si conferma quindi una delle capitali italiane dei traffici: il 19% delle operazioni antidroga condotte nel 2019 in Italia sono avvenute nella regione, dove è stato intercettato il 58% delle droghe sintetiche in polvere a livello nazionale. L’offerta sulle piazze non manca mai, e il richiamo è rivolto a un target di consumatori sempre più giovane e facile da agganciare. Nel 2019, in Lombardia, 39 ragazzini sotto i 14 anni sono stati segnalati per detenzione di droga per uso personale; 399 di età compresa fra 15 e 17 anni. Il 52,6% dei segnalati ha meno di 25 anni. E sono 174 gli under 17 denunciati per reati penali legati alla droga, fra cui 5 sotto i 15 anni. Un tasso di 60 ogni 100mila abitanti, che rende la Lombardia “zona rossa” sulla mappa d’Italia, preceduta da regioni come Liguria, Molise, Lazio o Piemonte. Numeri allarmanti perché la prima denuncia, in diversi casi, segna la caduta in una spirale di guai con la giustizia dalla quale, con lo scorrere del tempo, è sempre più difficile uscire.
«Intercettare i target più giovani e soprattutto le giovani donne con problemi di dipendenza è estremamente difficile e risulta quanto mai essenziale ripensare a modelli di aggancio ed intervento", è l’analisi di Ombretta Garavaglia, della storica rete di comunità di recupero Dianova Italia. Sul tavolo anche un ricerca del 2019 che evidenzia come "il 33,9% degli studenti italiani dichiara di aver utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso della propria vita". Dato che si riflette negli 11 ragazzini sotto i 14 anni ricoverati l’anno scorso negli ospedali lombardi per droga (in tutta Italia sono stati 65), che salgono a 232 nella fascia d’età 15-24 anni. Dal 2009 l’età media dei ricoveri è in calo e scende in picchiata per le donne, passando da 45,4 anni a 43,2. E, a chiudere il cerchio, c’è la curva crescente dei decessi legati direttamente alla droga. In Lombardia 37 solo nel 2019, quasi triplicati rispetto ai 14 del 2017, senza contare le morti di tossicodipendenti dovute al concorso di diversi fattori.