Tamponi all'ospedale San Paolo, incubo drive-in tra smog e attese dall’alba

Residenti esasperati, il serpentone di auto comincia da piazza Miani e prosegue in viale Famagosta fino all’ospedale San Paolo

Scene di ordinario disagio tra gli automobilisti in coda al drive-in del San Paolo

Scene di ordinario disagio tra gli automobilisti in coda al drive-in del San Paolo

Milano, 22 ottobre 2020 - Il serpentone di auto comincia in piazza Miani, prosegue lungo il controviale di Famagosta e invade via Cusi fino all’ingresso dell’ospedale San Paolo in via Ovada, passando accanto a condomini e negozi. Le macchine mettono in coda prima dell’alba e il viavai prosegue fino al pomeriggio: obiettivo, il tampone drive-in. Alle 9 sono già decine i mezzi incolonnati e passano minuti prima che possano avanzare di qualche metro. "Scene quotidiane da almeno due settimane, tra palazzi e negozi. Il disagio non è più tollerabile", lamentano residenti ed esercenti.

Sulla facciata di un condominio di via Cusio, un cartello appeso: "Per favore spegnete il motore, non respiriamo". Lo smog si sente in gola. Sul controviale, il parcheggio del supermercato e dello store semivuoti. "Io vengo a fare la spesa a piedi, se avessi l’auto non potrei neppure avvicinarmi all’ingresso", commenta una residente. "Io non posso spostare la mia auto parcheggiata in strada, accanto c’è una muraglia di macchine", continua Ersilia Masoni. Alle 10 arrivano i vigili in moto a regolare il traffico e a evitare tensioni. Sì, perché non sono rare le liti tra viale Famagosta e via Cusi quando qualche incivile si immette nella fila sul controviale svoltando a destra con una manovra non consentita e suscitando le ire di chi è in paziente attesa da ore. "Io sono in coda dalle 7.30, faccia il giro!", si sente urlare attraverso un finestrino. La mattina scivola via così.

A fine giornata c’è chi avrà atteso più di 4 ore. Qualcuno a un certo punto scende dell’auto e si dirige a piedi a chiedere informazioni in ospedale, come Francesca Mangini: "Sono incinta. Non c’è corsia preferenziale per chi è nelle mie condizioni? Io e mio marito dobbiamo fare il tampone perché siamo stati in contatto con una persona positiva".

Dopo poco torna indietro, verso l’auto: "Ho saputo che io ho diritto a saltare la fila ma mio marito no. Quindi mi tocca aspettare comunque". Simona, al volante, è in coda da 3 ore e mezza. "Sono qui dalle 7.30 e ho un appuntamento. Ma tutti quelli in coda ce l’avranno o arrivano qui senza prenotazione?". Un tema caldo, perché anche i punti tradizionali (non drive in) vengono presi d’assalto da tanti senza prenotare. Policlinico e Niguarda sono stati assaltati, asintomatici e squadre di calcio arrivati a "intasare" i corridoi riservati alle scuole. E finisce che chi ha un appuntamento deve aspettare ore. "Ho appuntamento alle 9.42 - dice Gabriele Torchiani - l’orario è passato da mezz’ora... Davanti ancora tante auto". Nelle auto tanti ragazzi, che devono controllarsi per tornare a scuola. "Noi - conclude un residente - ci auguriamo che si trovi una soluzione diversa: tutte queste auto potrebbero attendere dentro un piazzale e non in strada".

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