
di Mariachiara Rossi
Fino a poco tempo fa lo si poteva incrociare nei pressi dei più importanti palcoscenici della musica italiana a ritrarre dal vivo le performance degli artisti, da qualche mese a questa parte invece si muove indisturbato nelle aule giudiziarie del Tribunale per mettere su carta, con china e acquarello, i momenti più significativi delle udienze.
Andrea Spinelli, live painter milanese di 32 anni, dopo aver proposto il progetto e ottenuto immediata approvazione dal presidente facente funzione del Tribunale Fabio Roia, sta sperimentando il courtroom sketching, una tecnica di rappresentazione artistica delle udienze, già nota nel mondo anglosassone, che in Italia non ha precedenti e che potrebbe aprire la strada a nuove forme di documentazione. "Le illustrazioni verranno esposte in una mostra a processi finiti, ma l’idea di base è fornire autorevolezza ai ritratti in udienza, se non come mezzi sostitutivi almeno alternativi all’uso di telecamere e macchine fotografiche, che in molte circostanze non possono essere presenti".
Attualmente l’autore degli schizzi è coinvolto nei dibattimenti di due processi e ha partecipato in totale a sei udienze. Le prime quattro avevano come imputata Lucia Finetti, accusata di omicidio volontario aggravato da premeditazione nei confronti del marito Roberto Iannello, che avrebbe ucciso con otto coltellate alla schiena dopo una lite in auto il 12 giugno scorso, mentre le ultime due riguardavano la maxi inchiesta conosciuta come “Mensa dei poveri”, che ha scoperchiato il vaso di Pandora di un sistema di tangenti e corruzione che vede coinvolti più di 100 indagati, tra imprenditori e politici, inquadrati all’interno dei massimi vertici della politica del varesotto.
"La prima immagine del processo Finetti è la più simbolica in assoluto perché riassume senza filtri la condizione pesante vissuta dall’imputata dietro le sbarre. Se notate, invece, nella seconda illustrazione il padre dell’ex coniuge chiede un telo per evitare il contatto con Lucia Finetti, un episodio che ha colpito anche il presidente della Corte d’assise" racconta Spinelli, il cui sguardo si è soffermato sulla donna.
"Mi ha sorpreso per tranquillità e commozione, ma nella quarta udienza del 3 ottobre, quando è stata interrogata l’amante della vittima, ho visto il suo volto cambiare".
Per il processo “Mensa dei poveri”, l’artista si trovava in presenza del pubblico ministero e di tre giudici: "Nell’aula della Corte d’assise d’appello si respirava un clima diverso, percepivo l’importanza e le dimensioni del processo dai tecnicismi utilizzati e dal numero di indagati che ancora dovranno rispondere delle accuse in aula. Io sono solo all’inizio di questo percorso e mi aspetto di riuscire a cogliere nuove sfumature tra i testimoni".
Al centro del processo ci sono forme di criminalità organizzata, e anche per questa ragione le illustrazioni esibiscono sullo sfondo lunghe linee vettoriali, quasi psichedeliche, che sembrano dare l’idea di un’espansione del flusso di coscienza.