Disabili al lavoro: si torna ad assumere dopo la pandemia. Ma 14mila sono in attesa

Crescono gli avviamenti tra le piccole aziende senza obbligo di legge. Ancora troppe grandi imprese optano per le multe e non assumono. De Marchi: "Una rete per incrociare esigenze e non perdere competenze"

Disabili lavoro

Disabili lavoro

In lista - iscritte come categorie protette - ci sono 27.625 persone con disabilità; 14.634 sono disponibili al lavoro. Tra gennaio e settembre di quest’anno sono stati 2.462 gli avviamenti in provincia di Milano, di cui 788 contratti a tempo indeterminato full time e 759 a tempo determinato part time. Si torna ad assumere anche persone con disabilità dopo la brusca frenata in pandemia, ci si siede attorno al tavolo di Città Metropolitana per cercare di fare incontrare meglio domanda e offerta di lavoro, evitando quel meccanismo per cui ancora troppe aziende in obbligo preferiscono pagare ’multe’ e ripartendo da un dato: gli “avviamenti” sono aumentati del 47,1% rispetto all’anno precedente e cresce la quota di aziende al di sotto dei 15 lavoratori che - pur non essendo in obbligo - scelgono di assumere persone con disabilità. Se prima della pandemia erano state fautrici del 22% degli avviamenti, nel 2021 del 33%.

I numeri

"Un dato interessante - spiega Diana De Marchi, consigliera delegata al Lavoro e Politiche sociali della Città Metropolitana – a dimostrazione del fatto che se c’è una rete che funziona l’inserimento lavorativo è un valore aggiunto, non un obbligo di legge e non si perdono competenze importanti". Tra i lavoratori disabili, il 43% ha tra i 31 e i 49 anni, il 23% è under 30, il 34% over 50. L’80% ha invalidità fisica, il 10% psichica. Il 47% delle persone inserite in azienda sono donne. Le risorse del Fondo Regionale Disabili, generate dai versamenti delle aziende a seguito di esoneri e sanzioni sono cresciute negli anni, passando da 44 milioni nel 2018 a 64 milioni nel 2022 perché aumentano le aziende in obbligo, ma anche le multe. Il numero di avviamenti nel 2021 è cresciuto del 33%.

Il ritorno a livelli preCovid

«È possibile osservare gli effetti di un ritorno ai livelli preCovid e i risultati dell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro - sottolineano da Città Metropolitana e Afol -. I posti scoperti per l’anno 2021 ammontano a 12.997, un aumento di circa 500 unità rispetto al 2020". Lo strumento più utilizzato per gli avviamenti è la chiamata nominativa, ma crescono anche le convenzioni tramite Città Metropolitana mentre si potenzia anche il piano “Emergo“, con misure e finanziamenti a supporto delle persone con disabilità, per il loro inserimento lavorativo. "Abbiamo incontrato le parti coinvolte e anche le imprese che, sui grandi numeri, faticano di più e raccolto le loro sollecitazioni per un reale inserimento lavorativo - conclude De Marchi –. Le persone con disabilità non vogliono sentirsi ’parcheggiate’ ma vedere valorizzate le loro competenze. Ed è emersa, forte, la necessità di formazione sia dei lavoratori che delle imprese".

 

 

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