Disabili, la protesta continua. Le associazioni alla Regione: 10 milioni subito e addio tagli

Ledha, Fand e altri 18 sodalizi scrivono al presidente Fontana e al Governo contro le riduzione dei contributi alle famiglie e l’aumento delle liste d’attesa.

Disabili, la protesta continua. Le associazioni alla Regione: 10 milioni subito e addio tagli

Disabili, la protesta continua. Le associazioni alla Regione: 10 milioni subito e addio tagli

Dieci milioni di euro in tempi brevi per azzerare definitivamente i tagli che scatteranno dal primo di giugno ma anche per scongiurare che restino in lista d’attesa tutte o una parte significativa delle 600 nuove domande in arrivo da qui ad ottobre. In sintesi sono queste le richieste principali avanzate al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, da Ledha, Fand e altre 18 associazioni della disabilità. Il riferimento è alle delibere con le quali la Giunta regionale ridurra, da giugno, alcuni dei contributi economici destinati ai caregiver famigliari e alle persone con gravissima disabilità in cambio – sulla carta – di un potenziamento dell’assistenza domiciliare diretta, ma anche a quanto comunicato dall’assessore regionale Elena Lucchini: il travaso di fondi attuato per evitare un taglio generalizzato dei contributi alla gravissima disabilità comporterà, per il 2024, una maggiore difficoltà ad accettare nuove domande di presa in carico con la misura regionale B1 (proprio quella destinata alla gravissima disabilità) e quindi un accentuato aumento delle liste d’attesa. Terzo effetto di quanto deliberato, è la riduzione della libertà di scelta delle famiglie.

Da qui la piattaforma di richieste messa a punto da Ledha, Fand e dalle altre associazioni che martedì 16 aprile protesteranno sotto il Pirellone. "Al presidente Fontana e ai consiglieri regionali chiediamo di stanziare in tempi brevi i 10 milioni di euro necessari per cancellare definitivamente i tagli e per garantire, per quest’anno, a tutte le persone con disabilità di ricevere un sostegno adeguato per l’assistenza offerta dai loro caregiver familiari– spiegano Alessandro Manfredi (foto) e Angelo Achilli, presidenti di Ledha e Fand –. In assenza di un intervento della Regione non vi sono le risorse per rispondere alle nuove richieste di accesso alla misura B1: secondo le stime sono circa 600 le nuove domande presentate ogni anno. Ad la maggior parte di queste persone, che hanno un elevato bisogno di assistenza, finirà in lista d’attesa".

Ma "le associazioni si rivolgono anche al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al ministro delle Politiche sociali, Marina Calderone, per chiedere di stanziare le risorse necessarie ad avviare l’implementazione dei servizi previsti dal Piano nazionale per la non autosufficienza senza privare le persone con disabilità e i loro familiari dei sostegni economici, comunque insufficienti, garantiti fino ad oggi". Altro "elemento particolarmente critico del Piano sta proprio nel fatto che i Comuni non saranno in grado di dare in breve tempo questi servizi ad un numero molto elevato di persone con elevati bisogni di assistenza. Sono stati gli stessi Comuni a dichiarare di non avere le figure professionali necessarie a garantire adeguata assistenza".

Giambattista Anastasio

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