
Alessia Pifferi e la piccola Diana
Milano - Nella favola nera della bambina lasciata morire di stenti, di fame e sete, dalla mamma Alessia Pifferi, 37 anni, si aggiungono altri dettagli al puzzle di una vita alla deriva. Dalle chat che Alessia si scambiava con i numerosi uomini conosciuti su Tinder spuntano una serie di foto della piccola Diana che la donna “utilizzava“ per convincere i suoi contatti a essere economicamente generosi con lei. Foto innocue, che unite però alle frasi che Alessia scriveva ai suoi uomini, ad esempio: "te la faccio baciare", (riferendosi alla piccola) ha spinto gli investigatori ad andare più a fondo.
Per questo la Pifferi ha ricevuto un mandato a comparire per venerdì: sarà il pm Francesco De Tommasi ad interrogarla nella sua cella in isolamento a San Vittore. Lei potrà decidere di avvalersi, su consiglio degli avvocati Solange Marchignoli e Luca D’Auria, o rispondere alle domande della procura che per ora le contesta una sfilza di accuse, la più lieve è "corruzione di minore": il reato che punisce chiunque compia atti sessuali in presenza di persona minore di quattordici anni, al fine di farla assistere. "Te la senti di stare con me e Diana? ... O vuoi che porto Diana dalla babysitter? ... Dimmi tu". Chiedeva la Pifferi ad uno degli uomini con cui intratteneva relazioni saltuarie. "Dipende - rispondeva lui in chat - stiamo nudi sotto il piumone .... e Diana dorme?" E Pifferi rispondeva: "Siiiiii".
Le chat riportate nel decreto di perquisizione, piuttosto esplicite, hanno acceso un faro sul menage Pifferi, aggravando la sua posizione. Lei e la bimba vivevano in un monolocale di pochi metri in cui la bimba dormiva in un lettino da campeggio. Il sospetto della procura è che la donna tenesse Diana accanto al letto, mentre consumava le sue relazioni, in alternativa la stordisse con benzodiazepine perché non facesse rumore. Tutto da verificare. Intanto dagli esiti dell’esame autoptico, risulta che Diana sarebbe morta dopo cinque giorni di agonia, chiusa nel monolocale al caldo di luglio senza acqua. Sono iniziati, inoltre, gli accertamenti con la formula dell’incidente probatorio su biberon, e boccetta di En trovati vicino al letto di fortuna della bambina. Un incidente probatorio allargato dal gip Fabrizio Filice, all’appartamento, al pannolino, al cuscino e al materasso.