Daniela Santanchè e l’accusa dei pm: ha falsificato i bilanci di Visibilia ma niente bancarotta. Ecco perché

L’inchiesta milanese e la ministra del Turismo: false comunicazioni sociali mentre l’ipostesi di bancarotta è stata stralciata. Seconda accusa dopo quella di presunta reuffa ai danni dell’Inps

Daniela  Santanchè, ministra del Turismo

Daniela Santanchè, ministra del Turismo

Milano 12 aprile 2024 - Falso in bilancio è questo il reato per cui è indagata Daniela Santanchè. La seconda accusa in una ventina di giorni dopo quella di truffa all’Inps relativamente alla Cassa Covid.

La procura di Milano ha chiuso le indagini nei confronti di alcuni indagati, tra cui la ministra del Turismo Daniela Santanchè, nell'inchiesta che la vede indagata per falso in bilancio relativo alla società Visibilia Editore spa, da lei fondata e di cui fino al 23 gennaio del 2022 è stata presidente. In particolare, l'ipotesi di falso in bilancio riguarderebbe le comunicazioni tra il 2016 e il 2020 della quotata.

L’avviso di conclusione indagini

Nell'avviso di conclusione delle indagini, la procura di Milano indica la ministra del Turismo Daniela Santanché, indagata per false comunicazioni sociali, come "soggetto economico di riferimento del gruppo Visibilia", ricordando i diversi ruoli ricoperti dalla senatrice nel gruppo Visibilia - dall'11 novembre 2014 al 17 dicembre 2021 - ossia, in fasi diversi, il ruolo di consigliere, amministratore delegato e presidente.

Omissioni nel bilancio

Nel provvedimento si sottolinea come 15 delle 17 persone indagate, "con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, ciascuno in ragione delle cariche rivestite", abbiano omesso "ogni attività di accertamento sulla corrispondenza del bilancio alle risultanze delle scritture contabili e sull'osservanza delle norme stabilite in tema di valutazione del patrimonio sociale, ed anzi esprimendo parere favorevole all'approvazione del bilancio" di Visibilia Editore spa, quotata sul mercato gestito da Borsa Italiana, "al fine di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto (prosecuzione dell'attività di impresa nascondendo al pubblico le perdite, evitando sia la necessaria costosa ricapitalizzazione, sia la gestione meramente 'conservativa', ottenimento di liquidità mediante l'emissione di prestiti obbligazionari convertibili; mantenimento dei rapporti contrattuali, bancari e finanziari in essere; mantenimento della quotazione)". In tal modo, per gli inquirenti "consapevolmente esponevano" nei bilanci di esercizio della società - dal 2016 al 2022 - nelle relazioni o nelle altre comunicazioni sociali dirette ai soci o al pubblico, "fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero, in modo concretamente idoneo ad indurre altri in errore" si legge nel documento firmato dalla procura di Milano.

Bancarotta stralciata

"L'ipotesi di reato di bancarotta è stata stralciata dal procedimento principale poiché per nessuna delle società del gruppo Visibilia è nel frattempo intervenuta dichiarazione di insolvenza". Lo ha spiegato il procuratore di Milano Marcello Viola. "L'ipotesi di reato attiene alla contestata falsificazione dei bilanci di esercizio dal 2016 al 2022 per Visibilia Editore spa, dal 2016 al 2020 per Visibilia srl in liquidazione e dal 2021 al 2022 per Visibilia Editrice srl" si legge nel comunicato. "La corretta formazione dei bilanci, nell'ipotesi accusatoria, avrebbe evidenziato una perdita del capitale sociale per Visibilia Editore spa a far data dal bilancio 2016, per Visibilia srl a far data dal bilancio 2014 e per Visibilia Editrice srl a far data dal bilancio 2021".

20 indagati

Nell'inchiesta milanese su Visibilia Editore figurano indagate per falso in bilancio 17 persone - oltre alla ministra ci sono il compagno Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero, la nipote della ministra Silvia Garnero e l'ex compagno della senatrice Canio Giovanni Mazzaro che hanno avuto ruoli all'interno della spa - e tre società (Visibilia editore spa, Visibilia srl in liquidazione e Visibilia editrice srl).

Truffa ai danni dell’Inps

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