Dall’inferno di Mariupol a Milano La scuola “adotta“ otto ragazzi

Sono scappati dalla guerra, alcuni sono rimasti orfani. L’istituto Freud offre sostentamento e formazione "Non potevamo rimanere indifferenti". Sono già 13mila i profughi ucraini accolti in città: sos minorenni

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di Andrea Gianni

Dall’inferno di Mariupol o di Kiev, dai territori dell’Ucraina sconvolti dalla guerra, a un approdo sicuro a Milano. Otto ragazze e ragazzi ucraini, dai 14 ai 17 anni, sei femmine e due maschi, sono stati “adottati“ dalla scuola Freud di Milano tramite la Fondazione Sant’Ambrogio, una onlus del terzo settore. C’è chi ha perso un genitore, chi ha un padre che è stato arruolato per difendere la nazione dopo l’invasione della Russia, chi rimanendo in Ucraina avrebbe rischiato la morte sotto i bombardamenti. Di certo gli adolescenti non potevano più studiare e non erano più in grado di condurre la vita normale di ogni giovane che guarda a un futuro pieno di speranze, sogni e opportunità. Sono fuggiti dall’Ucraina e, come tanti loro coetanei, hanno trovato rifugio in Europa.

A offrire loro un percorso concreto è la scuola superiore milanese che si occuperà completamente, e gratuitamente, del loro sostentamento e della loro formazione. Tutti sono stati iscritti all’Istituto Turistico ed è stato previsto un percorso preciso e strutturato - già iniziato in questi giorni - per consentire un loro inserimento. Le tappe, in sintesi, sono l’accoglienza, il supporto psicologico, l’alfabetizzazione della lingua italiana grazie a docenti di russo, il miglioramento dello studio dell’inglese per chi ha già una conoscenza della lingua e per tutti in seguito il regolare insegnamento. "Non potevamo rimanere indifferenti all’immane tragedia dovuta all’invasione della Russia – spiega Daniele Nappo, direttore della scuola Freud che ha coordinato il “Progetto Adozione“ –. Abbiamo accolto questi ragazzi spaventati, frastornati, costretti a un esodo non voluto. Non è giusto che debbano soffrire e che il loro futuro sia compromesso. Ed è per questo motivo che potranno fare tutto il percorso delle superiori nella speranza che il loro futuro sia migliore del presente. Sono ragazzi innocenti come tutti – conclude – non meritano il dolore e di essere abbandonati".

È la tappa di un percorso di collaborazione fra l’istituto milanese e la Fondazione Sant’Ambrogio, in prima linea al fianco dei minorenni che vivono situazioni di disagio. Solo a Milano sono arrivati, finora, circa 13mila profughi ucraini, in maggioranza donne e bambini. Per loro si è attivata una rete di solidarietà, fra pubblica amministrazione, associazioni e famiglie che si sono messe a disposizione per l’accoglienza. "Ce la stiamo facendo – ha spiegato ieri il sindaco Giuseppe Sala –. Chiediamo quello che chiedono tutti, di aiutare l’Ucraina e che possa arrivare alla pace". In seguito alla guerra "stiamo pagando un prezzo non tanto per l’ospitalità agli ucraini ma sul fronte dell’economia. Ad esempio abbiamo dovuto fermare i lavori in una via centrale di Milano perché a un’impresa mancava il catrame – ha aggiunto Sala – quindi l’economia oggi è abbastanza bloccata. Come sempre quando c’è crisi e quando inflazione e tassi di interesse vanno su i ricchi diventano più ricchi e i poveri più poveri, c’è tanta gente in difficoltà".

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