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Dall’Africa al cuore di Bresso: "Ci prendiamo cura del verde"

Curano, riordinano e puliscono le aiuole comunali della città; gratuitamente, silenziosamente, con grande cura. A Bresso, l’integrazione sociale delle donne...

Traore, Nimo Angeline Toure, Souare e Kone e i volontari riordinano l’aiuola di via don Gnocchi a Bresso

Traore, Nimo Angeline Toure, Souare e Kone e i volontari riordinano l’aiuola di via don Gnocchi a Bresso

Curano, riordinano e puliscono le aiuole comunali della città; gratuitamente, silenziosamente, con grande cura. A Bresso, l’integrazione sociale delle donne migranti, che hanno lasciato l’Africa e che sono ospitate nel Centro di Accoglienza Straordinaria di via Clerici, gestito dalla Croce Rossa Italiana, si svolge anche sul territorio urbano, sistemando le piccole aree verdi dei quartieri cittadini e del centro storico. Arrivano dalla Costa d’Avorio, dalla Somalia e dalla Guinea, sono in via Clerici chi da due anni e chi da soli tre mesi, parlano soprattutto il francese e anche un po’ d’italiano, grazie ai corsi di formazione organizzati dalla stessa Cri: Traore, Nimo, Angeline, Toure, Souare e Kone sono i nomi delle donne, che i volontari dell’associazione “Mi prendo cura… di Bresso“, come Claudio e Laura, accompagnano dal centro in città, condividendo le attività della sistemazione dei cespugli e dell’innesto delle piantine nelle aiuole. Come in questi giorni, a gruppetti di tre, tolgono le erbacce e puliscono gli arbusti della centrale piazzetta Cavour; oppure piantumano piante grasse e fiori profumati nella grande aiuola all’angolo tra via don Gnocchi e via Vittorio Veneto, nella zona sud della città.

"Abbiamo, per prima cosa, iniziato con alcuni ragazzi sempre del centro di via Clerici – conclude Claudio Mondin, volontario di “Mi prendo cura di Bresso“ –. Poi, anche le donne hanno voluto partecipare ai nostri interventi di giardinaggio. Siamo soddisfatti di queste attività, che le vedono coinvolte attivamente. Per il momento il gruppo è composto da otto signore, che sono molto contente di partecipare alla vita della comunità bressese. Si tratta di un vero esempio di integrazione di migranti in città".

Giuseppe Nava