Milano, da piazza Duomo alla Scala: 30mila "no" alla guerra

Corteo per le strade del centro, cartelli "Stop war" e slogan contro Putin. Sala: "Supporteremo chi scappa dall’Ucraina". Minuto di silenzio in teatro

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di Nicola Palma

Un’enorme bandiera della pace ad aprire il corteo. Genitori che tengono per mano i figli. Coppie con le guance dipinte di gialloblu. Gruppi di ragazzi con i cartelli "Stop war" e contro Vladimir Putin. E poi i simboli delle realtà che hanno aderito alla manifestazione: da Emergency all’Anpi, dal Cantiere ai Sentinelli, da Memoria antifascista al Coordinamento dei collettivi studenteschi. Così ieri pomeriggio Milano ha urlato il suo "no" contro la guerra scatenata dal presidente russo, abbracciando idealmente e fisicamente la comunità ucraina di stanza all’ombra della Madonnina (la più numerosa d’Italia) e lanciando un messaggio forte e chiaro per la pace. In 30mila, la cifra fornita dagli organizzatori, si sono ritrovati davanti al Castello Sforzesco alle 15: da lì è partito il serpentone che si è snodato per le vie del centro, con destinazione piazza Duomo. Tra la folla anche il duo "La Rappresentante di lista", reduce dal successo di Sanremo: "No a un conflitto assurdo, bisogna trovare una strada per farlo finire subito".

Gli ucraini che hanno preso parte all’iniziativa, arrivati da tutta la Lombardia, hanno srotolato la loro bandiera gialloblu e intonato l’inno nazionale, ricevendo un forte applauso di incoraggiamento. "Le immagini che arrivano dall’Ucraina scuotono le nostre coscienze, Milano farà la sua parte per dare un supporto a quanti sono in fuga dalla guerra – il post sui profili social del sindaco Giuseppe Sala –. Ci siamo messi immediatamente in contatto con la Prefettura e con diverse realtà del terzo settore che da tempo sono attive in Ucraina a supporto dell’infanzia e delle persone più fragili - ha aggiunto -. Presto daremo indicazioni a chi volesse attivarsi per dare una mano".

In serata,un altro segnale è arrivato dalla Scala, che nelle ultime ore si è trovata a gestire lo spinoso caso Gergiev. Prima dell’inizio del concerto della Filarmonica, è stato chiesto al pubblico in sala di osservare un minuto di silenzio per le vittime di una "guerra brutale e insensata". "Il Teatro alla Scala – il messaggio letto dal direttore d’orchestra Lorenzo Viotti e dal capo ufficio stampa Paolo Besana – rivolge un pensiero accorato a quanti in queste ore subiscono le conseguenze di una guerra brutale e insensata. La storia del nostro teatro è fatta di grande musica, ma anche di impegno per i principi della democrazia e della pace. Questa sera (ieri, ndr) vorremmo dedicare un minuto di silenzio e di raccoglimento alle vittime della guerra in Ucraina". Tornando a Gergiev e all’aut aut del Piermarini, non è arrivata alcuna risposta dall’artista russo (e verosimilmente non arriverà mai): con ogni probabilità, la dirigenza di via Filodrammatici attenderà domani prima di ufficializzare la sostituzione del maestro per le prossime repliche della Dama di picche.

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