
L’arrivo del volo militare che ha portato a Linate tre bimbi lo scorso giugno
L’atterraggio nella notte all’aeroporto militare di Linate, a bordo di un C-130 dell’Aeronautica decollato in serata da Eilat, nel Sud di Israele. Salvo sorprese imprevedibili (nel momento in cui scriviamo i pazienti sono ancora in viaggio), ma mai da escludere in operazioni così complesse e delicate, fra i 31 palestinesi evacuati ieri dalla Striscia di Gaza e diretti agli ospedali di otto regioni italiane per curare ferite di guerra o malattie gravi per cui non possono ricevere assistenza sotto l’assedio dell’Idf, ci sono tre bambini piccolissimi - accompagnati in Italia, così come gli altri, da familiari – di quattro, cinque e sette mesi, che saranno curati in Lombardia.
Il più piccolo ha una cardiopatia congenita e potrebbe aver bisogno di un trapianto di cuore; sarà affidato ai medici del Papa Giovanni XXIII di Bergamo. La bimba di sette mesi soffre di una immunodeficienza di cui si occuperanno i pediatri dell’Ospedale dei bambini Vittore Buzzi di Milano. Il bimbo di cinque mesi ha invece, anche lui, un problema al cuore, e sarà curato al Niguarda. Così come una famiglia che è stata ferita gravemente dai raid israeliani: c’è un bimbo di 7 anni al quale è esplosa una granata in faccia, ha perso un occhio; c’è suo padre che ha già subito l’amputazione di un arto e sua madre che deve curare diverse fratture. Completa il gruppo una bambina, anche lei di sette anni, affetta da malformazioni ossee che saranno valutate agli Spedali Civili di Brescia.
Sono passati due mesi dall’ultima evacuazione, che aveva portato a Milano la pediatra di Khan Younis Alaa al-Najjar e suo figlio di undici anni, unico sopravvissuto a un raid israeliano che gli ha ucciso il padre e nove tra fratelli e sorelle: il ragazzino, ha spiegato in un’intervista al Corriere della sera l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, ora è stato dimesso dal Niguarda ma continua la riabilitazione al braccio ferito nell’esplosione, e stanno meglio anche le due bambine arrivate insieme a lui, ricoverate al Papa Giovanni e al Policlinico di Milano.
Quella di ieri, ha ricordato la Farnesina, è stata la quattordicesima evacuazione sanitaria da Gaza in Italia in un anno e mezzo, e la più numerosa: quasi 120 persone contando anche gli accompagnatori, atterrate a bordo di tre voli speciali sugli aeroporti di Roma-Ciampino e di Pisa, oltre che su Linate, quindi trasferiti in ambulanza verso strutture sanitarie della Campania, dell’Umbria, dell’Emilia Romagna, della Liguria e del Veneto oltre che in Lazio, in Toscana e in Lombardia. Sono operazioni in collaborazione con l’Oms, coordinate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri con i ministeri della Difesa, degli Esteri, dell’Interno, della Salute e la Protezione civile, e rientrano nel programma di interventi umanitari a favore della popolazione civile di Gaza, dai trasporti sanitari della nave Vulcano della Marina militare ai recenti lanci di beni di prima necessità sulla Striscia. "In contesti drammatici come quello di Gaza, la solidarietà si esprime con gesti concreti, più che con le parole. Questo trasporto sanitario è un ulteriore segno dell’impegno dell’Italia e della Difesa al fianco della popolazione civile colpita da una gravissima emergenza umanitaria", ha dichiarato il ministro Guido Crosetto, ringraziando "il personale civile e militare che ha reso possibile tutto questo".
"Dall’inizio della guerra abbiamo accolto più di 180 bambini palestinesi e circa 400 loro familiari – ha ricordato il ministro degli Esteri Antonio Tajani prima di andare a Ciampino a ricevere il volo da Eilat –. Sommando anche i ricongiungimenti familiari, saranno 914 i palestinesi arrivati in Italia dalla Striscia di Gaza. L’Italia è il primo Paese occidentale per palestinesi accolti nell’ambito delle operazioni umanitarie, più di tutti gli altri Paesi europei messi assieme". Giulia Bonezzi