LAURA LANA
Cronaca

Cusano, viaggio a Palazzo Omodei. Dal fascino delle sale affrescate al recupero dell’antica cappella

Grande successo di pubblico per l’apertura della storica dimora con le visite guidate organizzate dal Fai. L’assessore Lidia Arduino: "Questo immobile, tutto di proprietà del Comune, è in fase di ristrutturazione".

Grande successo di pubblico per l’apertura della storica dimora con le visite guidate organizzate dal Fai. L’assessore Lidia Arduino: "Questo immobile, tutto di proprietà del Comune, è in fase di ristrutturazione".

Grande successo di pubblico per l’apertura della storica dimora con le visite guidate organizzate dal Fai. L’assessore Lidia Arduino: "Questo immobile, tutto di proprietà del Comune, è in fase di ristrutturazione".

Ottanta iscritti, con slot andati sold out in una manciata di giorni, e altre decine di persone in coda dietro al simbolo del Fai. La riapertura straordinaria di Palazzo Omodei è stata un successo. "Questo interesse conferma quanto crediamo: la dimora storica può diventare un luogo di attrazione e rilancio di tutta Cusano - commenta l’assessore ai Lavori pubblici e alla cultura Lidia Arduino, presente con la sindaca Carla Pessina ai tour -. L’obiettivo è riprendere la riqualificazione dove è stata interrotta, rivedendo un progetto che ormai è datato 2016. E riuscire ad aprire almeno la cappella, che ha un accesso indipendente, per farne uno spazio di cerimonie: matrimoni, concerti, reading. Per poi procedere per lotti e organizzare nel frattempo altre visite guidate".

Palazzo del 1600, nato su corpi medievali e romani preesistenti, vanta notevoli dimensioni e racconta tutta l’avanzata della famiglia Omodei che lo ha abitato dal 1643. "Questa famiglia non era nobile. Il salto da commercianti a banchieri e poi i matrimoni illustri segnano la loro ascesa - racconta la guida del Fondo italiano per l’Ambiente -. Finanziano addirittura la corona spagnola e assicurano le loro navi". Tra i primi esponenti di nota c’è Emilio, chiamato "Il ricco" perché possiede un patrimonio di un milione e mezzo di scudi . "Per capirci, nel 1632 il Gran Ducato cede Palazzo Marino per un debito di 80mila scudi che aveva contratto proprio con gli Omodei".

Una cavalcata verso il potere che è ben rappresentata anche dagli interni della dimora. Gli affreschi con le scene di Bacco, la donna alata con la tromba della vittoria, "allegoria della famiglia, e la cornucopia con fiori e frutta perché davano ricchezza alla comunità". Se i fregi al piano inferiore, insieme ai soffitti cassetto nati, sono stati mangiati da anni di dismissione e dalle infiltrazioni, è il piano superiore che ha conservato gli affreschi più importanti. Come i finti balconcini dipinti, con le ringhiere in ferro, "che in quel periodo serviva molto per fare le armi e non veniva sprecato per gli elementi decorativi. È una dimostrazione di ricchezza, capacità, potenza economica e politica".

L’ultima sala è completamente affrescata da cima a fondo tra colonne, putti e scene mitologiche, che hanno lasciato tutti i visitatori a bocca aperta tra foto e video ricordo.